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Form e sindacati dello spettacolo, interviene Paola Giorgi



L'attacco dei sindacati dello spettacolo, etero diretto da Pasqualetti, del quale ho ricevuto un sms con gli stessi contenuti due giorni fa, mi sembra un po' superficiale e fuori luogo;trovo invece assolutamente positiva la volonta' di un confronto.



Giustissimo affermare che lavorare nello spettacolo non puo' essere un dopolavoro: l'arte e' un mestiere e lo afferma chi, la sottoscritta, per anni ha svolto il suo lavoro da attrice di prosa con contratti a tempo determinato. Lavoro di attrice e basta. Si puo' parlare invece di dopolavoro quando il lavoro artistico, seppur remunerato, non e' l' unica fonte di sostentamento. Cosi' come accade ad alcuni musicisti della FORM che svolgono un ulteriore lavoro, legittimamente s'intende. Ho toccato il tema della FORM in un contesto specifico, quello del futuro dello Sferisterio. Ho lanciato una proposta per superare lo stallo attuale, che è quella di valorizzare e responsabilizzare le eccellenze di tutto il territorio che, a mio avviso, ha le professionalità e le competenze per gestire questo anno oramai destinato ad essere di transizione. Un'opportunità da cogliere positivivamente, anche per la FORM.





Non si capisce perchè non si debba rendere la nostra orchestra regionale maggiormente competitiva sul mercato, considerato che un festival importante come il ROF (Rossini Opera Festival di Pesaro) si rivolge ad orchestre esterne a causa proprio dei costi. Non è un dovere istituzionale ricorrere alla FORM se il mercato offre la stessa o migliore qualità a prezzi minori. Non è un dovere anche perchè tutto le prestazioni della FORM al di fuori delle attività organizzate direttamente, non vengono tenute in considerazione nella quantificazione del premio ministeriale, non intaccano quindi l'alto riconoscimento ICO della FORM. E' chiaro che la professione artistica vada tutelata, la FORM valorizzata, ma è indubbio che sui costi della stessa, sostenuti principalmente con denaro pubblico, occorre fare una seria riflessione. Su questo tema raccolgo totalmente l' invito al confronto. Una domanda invece la voglio porre io ai sindacati: dove erano quando, nel 2008, con la nuove gestione del Teatro Stabile delle Marche, è stata azzerata la produzione della Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile mettendo in strada decine di attori e tecnici professionisti?


Paola Giorgi Consigliere regionale IDV