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Jesi: il Don Giovanni di Mozart inaugura la stagione lirica di tradizione al Teatro Pergolesi

Sabato 4 ottobre, Jesi: Piazza della Repubblica è gremita per il Don Giovanni di Mozart; la prima delle tre opere in cartellone che dà il via alla 47esima stagione lirica per la Fondazione Pergolesi Spontini.

Moltissimi in attesa fuori e dentro il foyer, molte anche le presenze all'iniziativa "Il libretto in 30 minuti" nelle Sale Pergolesiane, proposta di indubbio successo che offre al pubblico uno sguardo sullo spettacolo; la chiave in più di lettura che consente allo spettatore di codificare l'opera sotto l'aspetto musicale, scenico e psicologico di caratterizzazione dei personaggi, per fondersi con essa ancor prima che lo spettacolo inizi.


Il palcoscenico del Teatro Pergolesi tradisce da subito la natura dell'allestimento: corone funebri dai colori accesi, un fuoristrada nero tirato a lucido, un container colmo di manichini femminili ammassati... l'intero impianto scenico rimanda ad un "bronx", ad un malfamato sobborgo cittadino; non ci si stupisce poi molto che ad aprire questo Don Giovanni sia un Leporello in tuta sportiva, berretto e sneakers fluo.

Il regista britannico Graham Vick costruisce l'intera opera in chiave moderna iper realistica, calcando la mano sulle scene di sesso, sull'aspetto dionisiaco del divertimento a tutti i costi; è così che vediamo slip femminili sfilati via con violenza, vassoi di cocaina lanciati con sprezzo, macchine da presa ad immortalare pose lascive al limite della pornografia... Vick porta in scena una società dove la trasgressione è "glamour", dove non esistono limiti, tutto ciò probabilmante per creare nello spettatore di oggi gli stessi sdegno e dissenso che - più facilmente - hanno scosso il pubblico di fine '700 quando Don Giovanni veniva rappresentato come semplice sciupafemmine.

"È tutto amore! Chi a una sola è fedele, verso l'altre è crudele", è Don Giovanni che parla, siamo oramai all'inizio del secondo atto, la vicenda è già delineata e molto è stato detto ma è forse questa la frase che da sola racchiude il tema più facilmente fruibile dell'opera: la corsa alla conquista di più donne possibili, la ricerca spasmodica dell'amore nel suo senso più materiale e peccaminoso. ù in generale quello di Don Giovanni è un inseguimento del piacere immediato, un uomo che rincorre la vita per esorcizzare la morte, superando i limiti dettati dalla morale comune, illudendosi di ottenere in questo modo una sorta di immortalità. E' però proprio con la morte, impersonata dalla statua del Commendatore, che il protagonista si trova alla fine a dover fare i conti: Don Giovanni si mostra spavaldo e irriverente fino all'ultimo, non si pente della sua condotta, ma cede agli inferi da libertino quale era.

Il protagonista principale, Don Giovanni, il portabandiera di questo mondo dissoluto è interpretato dal baritono albanese Gezim Myshketa, aggressivo e convincente nel look tanto quanto nella recitazione; Leporello, sua appendice e contraltare, è il talentuoso basso Andrea Concetti. Mariano Buccino è il Commendatore che cade per mano di Don Giovanni, Giovanni Sebastiano Sala impersona Don Ottavio, personaggio assolutamente positivo, dedito all'amore per la bella Donna Anna, Valentina Mastrangelo. Sul palco ancora Federica Lombardi nei panni dell'appassionata Donna Elvira, mentre Riccardo Fassi e Alessia Nadin sono gli ingenui Masetto e Zerlina, raggirati dalla bramosia del Don Giovanni. L'Orchestra abilmente condotta dal direttore José Louis Gomez-Rios è I Pomeriggi Musicali di Milano mentre il Mastro Dario Grandini dirige il coro del Circuito Lirico Lombardo.

La 47esima stagione lirica di tradizione proseguirà con Tosca il 7 e 9 novembre, per chiudere poi la rassegna con Les Contes D'Hoffmann il 29 e 30 novembre.Puoi commentare l'articolo su Vivere Jesi


Elena Sagrati