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'Il Del Duca è una Guantanamo', botta e risposta tra ultras e questore

Gli Ultras 1898 si uniscono al cordoglio di tutta la tifoseria dell'Ascoli Picchio per la scomparsa del tifoso Alberto Durastanti.

Sono dure le parole degli ultras che pongono il dubbio sulla efficienza della gestione dell'entrata allo stadio da parte dei tifosi. Con una nota infatti affermano: "Ci chiediamo quale sia il senso di bloccare mezza città e impedire ad un tifoso di 61 anni di poter entrare allo stadio: il Del Duca è trasformato in una Guantánamo costantemente, anche in assenza di tifosi ospiti, come accaduto per l'incontro Ascoli-Santarcangelo. Ce lo chiediamo sempre e non abbiamo mai trovato risposta, soprattutto alla luce di questa assurda e inaccettabile tragedia che ha colpito la nostra tifoseria".

Intanto si delinia una versione dei momenti precedenti la morte del tifoso Durastanti, infatti pare che tornando verso lo stadio gli sia stato impedito di transitare a piedi nella zona della curva nord, nonostante non vi fossero tifosi della squadra ospite. A quel punto il 61enne, per non allungare di un paio di chilomentri il percorso, avrebbe deciso di saltare dal ponticello che attraversa la strada d'ingresso all'ex ospedale Luciani: una scelta risultata poi fatale.

Il questore Giuseppe Fiore ha replicato alla dichiarazione degli ultras che definiscono il Del Duca al pari di Guantanamo, sottolineando che, nonostante l'enorme dispiacere per la morte del tifoso, ci sono da anni norme che regolano l'afflusso delle persone allo stadio. Sabato, aggiunge, vista l'assenza della tifoseria ospite, era stato consentito il traffico in zona interdetta a parecchie persone ma tra queste purtroppo non c'era Durastanti.

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Michele Piccioni