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DIPENDENZE: QUELLO CHE SI CONOSCE È PROPRIO ESATTO?

Si è portati a pensare che la droga od il gioco d'azzardo attirino a sé e che, successivamente, ci facciano "dipendere". Si è certi di questo? Oppure si tratta di una "mancanza di interazione significativa con il nostro ambiente che ci porta ad abusare di sostituti artificiali dell'interazione umana" come asserisce la guida ai casino online di Casinoliveitalia.com.

Questa risposta ce la pone su di un vassoio il giornalista inglese Johann Hari che dopo anni di ricerca e di conoscenze scientifiche asserisce che il pensiero tradizionale sulla dipendenza risulterebbe fuorviante. Continua Hari asserendo che invece che spendere risorse sulla presunta riduzione o cancellazione delle "dipendenze" qualsiasi esse siano, si potrebbe usare queste risorse pubbliche per ricollegare le persone alla società, senza contare che il proibizionismo è essenzialmente un non-senso.
Il giornalista si pone parecchie domande sulle dipendenze, compresa ovviamente quella del gioco d'azzardo: qual'è la causa della dipendenza? Perché si continua ad approcciare il "motivo" della dipendenza in un modo che sembra non funzionare? Si potrebbe provare qualcosa di meglio? Se la dipendenza dal gioco non fosse determinata dal gioco stesso ma dipendesse dall'ambiente in cui si vive, se ci si sente isolati o messi al tappeto dalla vita? Quasi forzatamente ci si legherà a qualcosa che dia un senso di conforto: può essere il gioco, la cocaina, la cannabis, l'alcool. È forse un concetto difficile da comprendere, ma è una spiegazione assolutamente veritiera: l'essere umano profondamente vuole dei legami. In pratica una parte fondamentale della dipendenza è il non avere il coraggio di essere presenti alla propria vita.


Redazione