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Vino: Lodoolini, rafforzata la competitività del settore

A cinquant’anni dalla nascita della prima Doc e a trent'anni dallo scandalo
del metanolo, la Camera dei Deputati ha approvato un Testo Unico sul vino che
aggiorna e razionalizza la normativa vigente.

In questo modo, il settore vitivinicolo italiano potrà contare su una strategia che ne rafforza la competitività sui mercati internazionale. C'è il riconoscimento del vino come patrimonio culturale e paesaggistico, frutto di competenze, conoscenze e tradizione. I numeri parlano da soli: la filiera pesa per il 15 per cento sull'esportazione agroalimentare nazionale, produce circa 50 milioni di ettolitri l'anno, per un giro d'affari di circa 14 miliardi di euro.

L'incremento dell’exportdei vini italiani negli ultimi dieci anni è stato di oltre l'80 per cento, ed il commercio estero degli spumanti ha registrato un incremento di oltre il 50 per cento. Un dato fra tutti può aiutare a capire le criticità di cui soffre il sistema: dall'impianto del vigneto alla vendita della prima bottiglia del vino, l'imprenditore è costretto a svolgere oltre 70 pratiche burocratiche, oltre 20 soggetti sono attualmente coinvolti nei procedimenti di controllo e di vigilanza. Si è ritenuto così necessario dare un taglio netto a tutti gli appesantimenti burocratici che tolgono energia alla produzione e determinano inutili oneri a carico delle imprese agricole, già afflitte da un decrescente margine di redditività.

Non era più tollerabile obbligare gli imprenditori a regalare cento giornate di lavoro all'anno alla burocrazia! Con l'intervento normativo prospettato saranno in grado di arricchire la qualità del nostro vino e di favorirne la commercializzazione. La semplificazione non implica nessun arretramento sul fronte della qualità: gli strumenti di vigilanza sono rafforzati, a dimostrazione che la semplificazione aumenta l'efficacia del sistema di controllo.

La produzione ne risulta avvantaggiata, più sicura nel proprio agire, in quanto consapevole dell'ambito di legalità entro cui sviluppare il proprio piano imprenditoriale. La pubblica amministrazione riceve nuovo impulso alla sua azione, vedendo meglio delineate le proprie competenze. Il consumatore, inoltre, si avvantaggia di un sistema più semplice, che lo rende capace di essere facilmente edotto delle caratteristiche e della qualità della produzione.

In sintesi, alcuni punti più significativi del provvedimento. Contro il maldestro tentativo di omologare i nostri vitigni, abbiamo voluto fortemente la conferma della norma di tutela dei vitigni autoctoni, intesi come vitigni appartenenti alla specie Vitisvinifera di origine esclusivamente italiana e la cui presenza è rilevata in aree geografiche delimitate nel territorio nazionale. Ognicomunicazione, domanda ed autorizzazione sarà gestita nell'ambito di un unico sistema informatico di gestione: ciò consentirà di ben coordinare losvolgimento delle attività di controllo, evitando per il futuro sovrapposizioni e duplicazioni nell'agire della pubblica amministrazione.

È stato ridefinito il periodo vendemmiale, e le condizioni entro le quali è possibile effettuare tra l'altro la rifermentazione dei vini sfusi e particolari; è stato altresì specificato che per i vini a denominazione d'origine o ad indicazionigeografiche etichettate con due o più varietà, le stesse varietà possono essere menzionate solo se presenti in percentuali non inferiori al 15 per cento: ciò al fine di una corretta informazione ai consumatori, che si trovano oggi in etichetta l'utilizzo di nomi di vitigni pregiati particolarmente attrattivi non effettivamente presenti in quantità adeguata.

È stata poi prevista la pubblicazione sul sito Internet dell'Agenzia delle dogane dei dati sulle importazioni di vino e prodotti vitivinicoli: così al consumatore è stata data la possibilità di accedere ai dati dell'imbottigliatore, mentre oggi questo non è consentito. I controlli sulle imprese nel settore vitivinicolo confluiscono nel Registro unico dei controlli ispettivi, e vengono ridefinite le modalità di controllo in ordine al rispetto del disciplinare sui vini a denominazione d'origine o ad indicazione geografica.

Particolare rilievo assume poi la revisione del sistema sanzionatorio, con l'introduzione del ravvedimento operoso: esso opera nel caso di violazione riguardante comunicazioni formali, e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell'organismo di controllo. La scelta politica al riguardo è stata netta: le sanzioni devono essere più efficaci e gravi per chi commette frodi e sofisticazioni, e meno oppressive per le irregolarità minori e formali.

Nessuna indulgenza contro le frodi e nessuna attenuante per chi truffa il consumatore e danneggia un tessuto produttivo fra i più preziosi del mondo   ! Infine. L'Italia è il primo Paese al mondo per la produzione del vino, primo anche nella qualità. L'obiettivo è che l'Italia possa arrivare a vantare un ulteriore primato: quello relativo al valore commerciale del vino prodotto. Tutto questo ci pone davanti ad una grande soddisfazione e ad un'altissimaresponsabilità, perché questo immenso patrimonio culturale, sociale ed economico va difeso, protetto e tutelato.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


Emanuele Lodolini (parlamentare)