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Macerata: Augusto Minzolini apre la campagna regionale per il no al referendum costituzionale

Minzolini ha aperto a Macerata la campagna per il no al referendum, nel corso di un incontro all'ostello Asilo Ricci, con telefonata a sorpresa di Vittorio Sgarbi.

"La paralisi, che è il vero male di questo paese, viene portata nella carta costituzionale. La riforma costituzionale Renzi-Boschi innescherà un meccanismo per cui non si capirà più chi decide in Italia, le grandi banche d'affari preferiscono questa riforma, c'è un accordo per determinare l'indirizzo politico in Italia. La scadenza del 4 dicembre è importante, ci giochiamo molte cose, è in ballo il futuro. La Costituzione va rivista con la partecipazione di tutti e con un parlamento alternativo a questo, eletto con una legge dichiarata incostituzionale".

Con queste parole il senatore Augusto Minzolini, ex direttore del Tg 1, ha spiegato il no al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Il parlamentare di Forza Italia è stato l'ospite del convegno tenutosi nel pomeriggio del 15 ottobre all'ostello Asilo Ricci di Macerata, organizzato dal comitato per il no alla riforma costituzionale. A moderare gli interventi la responsabile regionale per i comitati del no al referendum, la dottoressa Barbara Cacciolari.

Tra i relatori il senatore Remigio Ceroni, coordinatore regionale di Forza Italia, l'avvocato Jacopo Bartolomei ed il professor Augusto Di Stasi dell'Università politecnica delle Marche. Hanno portato i saluti Alessio Pagliacci, coordinatore Forza Italia Giovani e Riccardo Sacchi di Macerata. "Per quarant'anni abbiamo avuto una Costituzione che è andata veramente bene, l'Italia ha avuto uno sviluppo esponenziale, ora c'è un presidente del consiglio che la cambia perchè non sa cos'altro fare - ha detto Minzolini - quello che mi dà fastidio è l'atteggiamento volgare con cui viene posta la principale motivazione, il risparmio.

Il senato costa solo 490 milioni di euro, si riduce soltanto parzialmente l'indennità dei senatori. E' una riforma che concede al nuovo senato abbastanza funzioni per intralciare il processo legislativo. In senato siederanno consiglieri regionali e sindaci, diventerà una specie di sindacato che potrà bloccare provvedimenti non graditi, mettendo a rischio la governabilità, bloccando la strada della democrazia". Ha concluso Minzolini: "L'unico motivo per questa operazione è di approfittare di un momento di bassa popolarità, per creare un parlamento a propria immagine e somiglianza, aggiungiamo l'Italicum, con i capilista bloccati, la figura centrale del sistema diventa il segretario di partito".

Aprendo l'incontro ha affermato Barbara Cacciolari: "Non è una riforma, ma una schiforma, per dirla alla Brunetta. Non è questa la riforma di cui l'Italia ha bisogno, dovrebbe servire a migliorare le cose. Si mette in pericolo la democrazia rappresentativa, la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti". Per il senatore Remigio Ceroni votare no "è un'occasione ghiotta e formidabile per mandare a casa il governo Renzi, perchè l'Italia sta andando a rotoli, inoltre le riforme devono essere condivise, le regole del gioco vanno scritte tutti insieme come hanno fatto le diverse forze politiche nel dopoguerra.

Prima di stravolgere una Costituzione che ha garantito all'Italia di diventare la quinta potenza economica mondiale, meglio ragionare tutti insieme. Questo parlamento è stato eletto con un legge dichiarata incostituzionale e ben 244 parlamentari hanno cambiato casacca. Centocinquanta sono stati voti determinanti per approvare questa riforma costituzionale". L'avvocato Jacopo Bartolomei ha messo in luce alcune criticità della riforma costituzionale, che va a modificare 47 articoli su 139.

"Finalità come la semplificazione amministrativa, seppur condivisibili, non sono soddisfatte da questa proposta di referendum - ha detto Bartolomei - al senato non si potrà porre la fiducia, sganciando da questo l'indirizzo politico che spetta al parlamento. Il voto di fiducia sarà possibile alla Camera, il senato sarà una sorta di camera delle Regioni, in cui i senatori sono completamente sganciati dall'appartenenza politica, questa riforma blocca il processo di revisione costituzionale".

Il professor Antonio Di Stasi ha detto che la riforma "è un tentativo di togliere peso e potere ai cittadini, si scardina il principio della rappresentanza, il voto non è più uguale, le Marche eleggeranno due senatori, gli stessi di Umbria e Molise, che però hanno meno abitanti, i senatori non avranno vincolo di mandato, una contraddizione enorme, un grande pastrocchio. Si porta il paese in una maggiore confusione, senza risolvere i problemi.

La legge elettorale a sua misura, permetterà a Renzi di nominare il 40 per cento dei senatori tra i consiglieri regionali. E' un quesito truffa, il risparmio che si otterrà sarà solo lo 0,03 per cento del Pil, in Italia ci sono 33 mila ed 851 dirigenti nella pubblica amministrazione che costano due miliardi e 342 milioni di euro, iniziamo a risparmiare da lì". Intorno alle 17.25 telefonata a sorpresa di Vittorio Sgarbi, che ha annunciato il suo voto al no: "La sovranità appartiene al popolo, se non può scegliere i propri rappresentanti, che popolo è? E' un referendum che mette a rischio il futuro, sminuisce il ruolo delle istituzioni, il no è un voto politico contro Renzi, siamo un paese intelligente, abile e furbo voteremo no".Puoi commentare l'articolo su Vivere Macerata


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