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Istitutita nelle Marche l'equipe medica per l'assistenza sanitaria dei rifugiati vittime di torture

Un'equipe specializzata e multidisciplinare di medici che forniranno assistenza sanitaria ed interventi di riabilitazione per chi ha lo status di rifugiato ed ha subito torture, stupri o altre forme di violenza. È stata istituita dalla direzione generale ASUR, con una determina dello scorso 9 febbraio, recependo le linee guida del ministero della Salute.

A far parte del team uno specialista in psichiatria del dipartimento di Salute mentale di Senigallia, uno specialista in Medicina legale del distretto di Senigallia, uno specialista di Dermatologia con competenze in Vulnologia sempre del distretto di Senigallia.

L'equipe potrà poi rivolgersi, in caso di necessità, a qualsiasi altro clinico presente nella struttura ospedaliera e/o territoriale. Il percorso avviato è sperimentale per la durata di 12 mesi, ma il presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, Fabrizio Volpini, assicura già: «Questo è solo l'inizio di un intervento molto complesso, poiché sono tanti i punti previsti dalle linee guida del ministero.

Questa è il primo passo di una serie di azioni successive che dovranno essere attuate. L'obiettivo – spiega Volpini – è tutelare chi è in condizioni di vulnerabilità e per far questo sono necessarie sinergie e competenze diverse. Ecco il perché dell'approccio multidisciplinare, con la possibilità di ricorrere ad ulteriori consulenze specialistiche, per garantire un'assistenza sanitaria adeguata a casi che presentano problemi particolari.

Bene ha fatto l'Asur – conclude il presidente Volpini – ad emanare questo protocollo in un momento così delicato perché le persone sono sempre persone al di là del loro Paese di provenienza e del colore della loro pelle».

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