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Come si riconosce il giocatore d’azzardo patologico

Quanti soffrono di gioco d’azzardo patologico, più comunemente definiti ludopatici o giocatori compulsivi, hanno una peculiarità: non resistono al desiderio di scommettere e giocare a tutti quei giochi in cui, anche teoricamente, si può guadagnare una cifra considerevole, affrontando un rischio modesto o comunque accettabile per una singola perdita.

Da questa vincita più o meno facile viene attratta una larga serie di aree cerebrali, tutte coinvolte nel sistema di ricompensa in modo analogo a chi, per lo stesso meccanismo, fa abuso di alcol o sostanze stupefacenti, per auto-provocarsi esaltazione e piacere immediato.



Sintomi del giocatore patologico


Il giocatore d’azzardo non sfugge a questo meccanismo ed anzi, desideroso di provare la stessa sensazione, cade nei vortici di un meccanismo che presto sfocia in aperta dipendenza. Ci sono, ovviamente, come spiegano gli analisti di Harmonia Mentis, dei sintomi ben precisi per riconoscere un giocatore patologico: il primo è quella esagerata esaltazione a fonte di scommesse che implicano un elevato rischio di perdita. Il secondo riguarda invece quella tendenza a giocare sempre più cifre elevate, il che porta anche al pensiero ossessivo del gioco, che diviene una costante del quotidiano, fino ad interagire e spesso interferire con il lavoro e le abitudini di un soggetto. Un giocatore patologico ha spesso la tendenza di ricordare e raccontare le scommesse e le sue vincite precedenti, minimizzando poi la sua propensione al gioco e ai suoi effetti negativi.



Gli altri aspetti psicologici della ludopatia

Come ogni dipendenza, c’è poi il netto e tassativo rifiuto di ammettere una propria dipendenza dal gioco. Tutti sintomi facilmente rintracciabili in quanti soffrono di altre dipendenze, affetti poi da sensi di colpa e depressione dopo la perdita di grosse cifre o l’accumulo di considerevoli debiti a causa del gioco. Ma anche dalla tendenza di chiedere prestiti, vendere beni di famiglia e commettere atti illeciti per procurarsi soldi per giocare, oppure l’incapacità di resistere alle scommesse e all’azzardo, o ancora la tendenza alla bugia ai familiari e agli amici.

La propensione al gioco patologico può essere esasperante a causa di periodi di difficoltà e stress a lavoro, o in famiglia, ed il gioco d’azzardo diventa una forma di compensazione temporanea, un viatico per l’insoddisfazione e per le preoccupazioni di altra natura.

Ma qual è il profilo medio di chi abitualmente gioca alle slot machine?

I dati emersi dallo studio “Slot Machine: le 10 statistiche di un fenomeno globale”, evidenziano come il fenomeno sia uniformemente distribuito in tutte le fasce d’età, con picchi nei target 25-34 anni e over 65. Un gradino più basso nel gradimento lo presentano le fasce che vanno dai 35 ai 64 anni, mentre all’ultimo posto con l’11% troviamo il target dei giovanissimi tra 18 e 24 anni. Complessivamente, il 63% dei giocatori sono uomini, mentre il 37% sono donne. Il gap tra i sessi si è ridotto notevolmente negli ultimi anni, segno evidente del crescete interesse del gentil sesso verso il gioco d’azzardo e della crescente presenza del sesso femminile sulla Rete grazie alla spinta esercitata dai social network e dalle campagne pubblicitarie sui media digitali.


Redazione