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Riforma elettorale: la commissione regionale torna a riunirsi

La Prima commissione affari istituzionali tornerà a riunirsi lunedì 14 ottobre per esaminare le due proposte di modifica allo Statuto a iniziativa dei consiglieri regionali Gianluca Busilacchi (Art.1) e Fabio Urbinati (Pd), relative all'articolo sulla nomina degli assessori, dopo aver approvato nella seduta di ieri (8 ottobre) una serie di modifiche alla legge elettorale per l'elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale.

Hanno votato a favore i consiglieri Giacinti, Biancani, Minardi, Urbinati (Pd) e Maggi (M5s), mentre non hanno partecipato al voto i consiglieri Marcozzi (FI) e Carloni (Area popolare) che hanno abbandonato i lavori della seduta. «L'approvazione delle modifiche alla legge del 2004 – sostiene il Presidente Francesco Giacinti (Pd) – ci consente di portare in Aula una proposta di riforma elettorale nella seduta del 15 ottobre. Questo mi rende felice perché riusciamo a rispettare, soprattutto in relazione alla doppia preferenza di genere, gli impegni presi in Consiglio regionale. Impegni che in molti, forse, hanno dimenticato. Per questo ringrazio la Commissione che ha approvato le proposte di modifica. Il contesto politico – prosegue - oggi è radicalmente mutato rispetto a quindici anni fa e questa riforma è una sorta di 'stop' alle eccessive spinte proporzionali che poco si conciliano con la ratio dell'elezione diretta del Presidente e con la presenza di un premio di maggioranza di chiara espressione maggioritaria.

Con queste nuove norme ci sarà una maggiore legittimazione del vincitore e il premio di maggioranza sarà in linea con la sentenza della Corte costituzionale del 2017 sull'Italicum, senza stravolgere l'impianto attuale, perché lascia inalterata l'assegnazione di 18 seggi con il 40%». La riforma propone di assegnare 18 consiglieri alla coalizione vincente che ha riportato una cifra elettorale pari o superiore al 40% e inferiore al 43%, 19 consiglieri se la cifra supera il 43% . «Sono certo – conclude Giacinti – che queste modifiche rappresentano un importante passo avanti perché ci sarà maggiore chiarezza e trasparenza nei confronti dell'elettorato, in una stagione in cui lo scollamento con la comunità e i sentimenti dell'antipolitica stanno mettendo a rischio la rappresentanza democratica». Favorevole alla riforma anche il Vicepresidente Gianni Maggi (M5s). «In un momento in cui a votare ci va il 50% della popolazione, lasciare un premio di maggioranza al 34%, che significa la volontà di meno del 20% dei marchigiani, mi sembra un affronto alla democrazia. Alzare la soglia del premio di maggioranza al 40% è più rispettoso dei criteri della rappresentanza democratica.

La legge elettorale del 2004 era stata pensata per il bipolarismo, adesso ci sono più forze sulla scena politica, compreso il Movimento cinque stelle che è arrivato al 20% nelle scorse elezioni regionali, e quindi è giusto aumentare la partecipazione dei marchigiani nella scelta di chi debba governare la regione. Mi sembra veramente strumentale questa presa di posizione così dura del centro destra».Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


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