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Donne e salute: incontro ad Ancona con Rossana Dettori, segretaria nazionale CGIL

“Donne e salute”: è il titolo dell’iniziativa che si è svolta giovedì ad Ancona promossa dalla CGIL Marche, dalla Funzione Pubblica CGIL e dalla Commissione Pari Opportunità della regione Marche.

Tanti e prestigiosi i relatori che si sono succeduti dopo la relazione della Segretaria generale della CGIL, Daniela Barbaresi: Ketty Pesaresi, coordinatrice FP Medici, Stefania Pagani, Commissaria Pari Opportunità della Regione Marche, Maria Teresa Carloni, Segretaria SPI Marche, Lucia Di Furia, Dirigente Servizio Salute della Regione Marche e Fabrizio Volpini, Presidente della IV Commissione in Consiglio regionale. I lavori della giornata, coordinati da Matteo Pintucci, Segretario della FP CGIL Marche, sono stati conclusi da Rossana Dettori, Segretaria nazionale.

“Quello della salute – spiega Daniela Barbaresi, Segretaria generale Cgil Marche - è un tema che richiede un’attenzione alle differenze a partire da quelle di genere perché la salute non è neutra e per questo occorre tenere conto delle diversità per garantire a tutti, uomini e donne, il miglior trattamento possibile in relazione alla specificità di ognuno”.

Donne e uomini sono differenti per fattori biologici ma anche per fattori culturali e sociali che possono condizionare gli stili di vita e a causa di queste differenze il manifestarsi delle malattie, il loro decorso, la risposta ai farmaci possono differire sensibilmente tra i generi. Per questo, è necessario promuovere la medicina di genere attraverso azioni specifiche a partire dall’accrescimento delle competenze degli operatori sanitari. Parlare di salute, che non è solo assenza di malattie ma è una condizione di benessere psicofisico, significa considerare anche le diverse fasi della vita delle donne che implicano diverse condizioni e diversi bisogni di salute, di cura, di assistenza, di rischi da prevenire.

Una particolare attenzione è stata dedicata al tema dei consultori familiari, ovvero a quelli che dovrebbero essere i luoghi privilegiati della promozione della salute delle donne. I consultori, a 45 anni dalla loro istituzione, si trovano oggi in una condizione di forte depotenziamento facendo i conti con un progressivo svuotamento di ruolo e cronico sottofinanziamento tanto da far parlare di vera e propria emergenza.

Nelle Marche ci sono 45 consultori pubblici, articolati in 71 sedi tra principali e periferiche cioè1,7 consultori ogni mille donne in età 15-49 anni, ovvero un consultorio ogni 20 mila abitanti rispetto ai 20 mila previsti dalla normativa. Ma oltre all’aspetto quantitativo ci sono problemi di carattere qualitativo visto che l’operatività dei consultori è resa sempre più difficile dalla mancanza di organico e figure professionali specialistiche, a partire dai ginecologi, tanto che in molti consultori non è possibile avere la certificazione dell’IVG.

“Per questo – dichiara Barbaresi - è fondamentale potenziare e rilanciare i consultori familiari pubblici sia in termini di organici che di risorse, visto che attualmente sono risucchiati nelle attività a supporto dei Tribunali dei minori e impossibilitati a garantire le attività di prevenzione e promozione della salute”.

Occorre, dunque, restituire ai consultori il loro ruolo di presidio della salute pubblica nel percorso di vita dalla nascita all’invecchiamento. Nell’iniziativa è stato affrontato anche il tema della difficile attuazione della Legge 194 a causa della’elevato numero di medici obiettori di coscienza, che nelle Marche rappresentano il 70% del totale. Altro tema è stato quello della prevenzione: dalla campagna contro l’osteoporosi agli screening oncologici, alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Occorre ricordare che nelle Marche, tra gennaio e novembre 2019, sono state 6 mila le donne che hanno subito un infortunio sul lavoro, e due donne hanno perso la vita sul lavoro.Puoi commentare l'articolo su Vivere Ancona


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