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COOSS Marche, Dipende da Noi: "La crisi non va scaricata su chi lavora nella cura delle fragilità"

L’attacco al reddito ed alle condizioni di lavoro che in questi giorni stanno subendo i lavoratori della COOSS Marche, ai quali viene nei fatti imposto un taglio delle retribuzioni, della tredicesima e dei giorni di riposo, oltre ad essere inaccettabile rappresenta la certificazione dello scempio che è stato gradualmente operato nella nostra regione nel settore delle prestazioni assistenziali rivolte ai soggetti socialmente più fragili.

La pressoché totale esternalizzazione dei servizi sociali, educativi e sociosanitari operata dagli Enti Locali e dalle Aree Vaste dell’ASUR, con centinaia di appalti a cooperative, finalizzati alla riduzione della spesa, ha scaricato questi “risparmi” sulle condizioni materiali degli operatori, i quali per poter lavorare sono stati costretti nella gran parte dei casi a diventare soci-lavoratori di queste cooperative, a versare quindi quote sociali e a rinunciare a parte dei loro salari e dei propri diritti.

La situazione è evidentemente incompatibile con l’importanza strategica e la delicatezza di questi servizi, che essendo rivolti alle persone più bisognose di cura, vanno svolti da lavoratori che, oltre a possedere adeguate professionalità devono operare in condizioni di serenità e sicurezza.

La scelta di scaricare la crisi in atto su lavoratori va pertanto assolutamente evitata dai vertici della Cooperativa, dagli Enti Pubblici titolari dei servizi e dalla Regione Marche, anche perché l’origine e la reale consistenza di questa crisi, certamente aggravata dal COVID, vanno verificate e messe in relazione alle strategie a imprenditoriali della cooperativa stessa ritenute da più parti molto azzardate. Al fine di tutelare i propri lavoratori la cooperativa deve valutare il ricorso agli ammortizzatori sociali; agli Enti Pubblici titolari dei servizi va chiesto invece di rimodulare le relative tariffe a livelli adeguati per garantire un compenso congruo ai lavoratori, mentre nella crisi attuale la Regione deve fare la sua parte con misure di sostegno finanziario atte a sostenere situazioni come questa.

Tutto questo insegna che nella prospettiva di medio termine va ripensato il ruolo dei vari enti coinvolti allo scopo di garantire una maggiore tutela pubblica del settore sociosanitario. Una tutela che va esercitata attraverso il controllo della qualità delle esternalizzazioni e della garanzia del rispetto dei diritti dei lavoratori, incoraggiando e incentivando nel contempo gli enti pubblici a mantenere la gestione diretta di questi servizi.

Roberto ManciniPuoi commentare l'articolo su Vivere Marche


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