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Fermo: “Pensare alla pensione fin da subito”. La CGIL spiega la previdenza. Quota 100, fondi e molto altro.

“Giovani e donne le categorie più fragili. Per loro la pensione è del tutto diversa dagli anni ‘90”. “Bisogna essere consapevoli che non si può andare in pensione come una volta. Guardare ai metodi alternativi”. Fondi di previdenza e riforma del sistema pensionistico, così si progetta il futuro.

La pensione, un tema quanto mai attuale. L’età pensionabile si alza sempre più. “Andremo mai in pensione?” si chiedono i giovani d’oggi. “con quali vantaggi?”. Divario molto ampio tra uomini e donne sia riguardo gli importi pensionistici che gli anni di contributi. La donna, secondo le ricerche, durante la carriera lavora molto di più rispetto all’uomo, considerando oltre all’impiego sul posto di lavoro anche la gestione della famiglia, dei figli e della casa, ma percepisce un’entrata minore, circa la metà rispetto alla pensione degli uomini. In media nelle Marche la pensione tra gli uomini si aggira intorno ai 1400 €, 730 € quella delle donne. Numeri che fanno riflettere. Da non dimenticare la categoria dei giovani, che, vista la disoccupazione e il precariato dilagante, sono costretti a lavori part time o trasversalmente retribuiti, che creano solo svantaggi per la loro pensione futura.

La Cgil Marche, insieme alla Flc Cgil, hanno provato a rispondere a questi interrogativi, cercando di fare chiarezza su una situazione nebulosa ed in continuo cambiamento. All’incontro online hanno preso parte, oltre all’organizzatrice Lilli Gargamelli Segretaria generale FLC CGIL Marche, anche Daniela Barbaresi Segretaria generale CGIL Marche, Alessandro Rapezzi Segretario Nazionale FLC CGIL, Francesco Moretti Direttore Fondo Espero ed il Segretario Nazionale CGIL Roberto Ghiselli.

Tema di apertura il divario tra uomini e donne in campo lavorativo: “Non c’è uguaglianza nel sistema pensionistico tra uomini e donne. La differenza è aumentata. Le donne di oggi non riusciranno ad andare in pensione con gli stessi benefici delle donne di 30 anni fa – spiega la Barbaresi - Nelle Marche, gli importi delle pensioni sono più bassi rispetto ad altre zone d’Italia e questo si accentua se si guarda al lavoro rosa”.

Pensare alla pensione fin da subito, serve fare previdenza: “Occorre una prospettiva pensionistica adeguata e questa è data dalla previdenza integrativa. Bisogna pensare alla pensione da giovani, è una regola da ricordare. La società di oggi ci spinge a agire così – osserva Daniela Barbaresi - Serve mettere mano al sistema previdenziale pubblico, così da rispondere ai bisogni dei più giovani e delle donne, le figure più deboli nel mondo del lavoro”.

Tocca casi concreti Alessandro Rapezzi Segretario Nazionale Flc Cgil : “Il settore dell’Istruzione ha sottovalutato il sistema pensionistico precedente, il cosiddetto sistema Dini ed ora ne risentiamo le conseguenza. Oggi abbiamo lavoratori che quando vanno in pensione sono in difficoltà, perché hanno pochissimi contributi e preferiscono continuare a lavorare e chiedono di farlo anche se non hanno più l’età e la forza fisica. Inoltre c’è chi, anche potendo andare in pensione, sceglie di non farlo perché poi la retribuzione sarebbe molto minore rispetto al salario e così facendo il sistema lavorativo va in forte stress – spiega Rapazzi – lavorare in età avanzata porta a molte problematiche, come ad esempio le difficoltà che affrontano maestre di oltre 60 anni che si trovano ad educare oltre 25 alunni. Il sistema pensionistico deve creare uscite vantaggiose per queste categorie”.

Il Fondo pensionistico Espero una solida alternativa a questa situazione: “Serve consapevolezza. La pensione non più quella di un tempo – afferma il Direttore Francesco Moretti – Ci sono metodi alternativi ed Espero è una soluzione. Secondo i dati, se 100 è l’ultimo reddito percepito, la prima pensione varrà tra gli 80 e i 60, quindi avere un fondo concreto su cui poggiare la nostra vita durante la pensione è fondamentale. Bisogna essere consapevoli che l’importo della pensione diminuirà molto nei prossimi anni ed è necessario agire in maniera alternativa”. Mettere da parte fondi attraverso la previdenza per ridurre la differenza tra il reddito lavorativo e la pensione, questa la chiosa di Moretti.

Informare correttamente, si conosce ancora troppo poco sul sistema pensioni: “Oggi le persone non sanno quali sono le regole del gioco, non sanno quanto andranno in pensione e come ci andranno. Da molti anni, la leva previdenziale è servita per fare cassa allo stato ed è stata cambiata in continuazione. C’è incertezza, non c’è un sistema previdenziale stabile. Occorre ridare ordine ad un sistema che non può più essere sottomesso – osserva il Segretario Nazionale Cgil Ghiselli – rispetto agli anni ’90, il mondo del lavoro è cambiato, i rapporti tra vita e lavoro sono diversi, ci sono impieghi gratificanti, ma anche mansioni che ad una certa età è impossibile portare avanti. Anche le condizioni familiari sono diverse. Dobbiamo metterci al passo con la realtà e dare al lavoratore la possibilità di scegliere il suo percorso personale di prevenzione”.

Conoscere, informare ed essere consapevoli: “Le persone devono sapere quali sono le condizioni della previdenza, devono sapere cosa significa aderire ad un fondo di questo tipo. Molti lavoratori non conoscono l’ambiente, non hanno queste informazioni. Dobbiamo muoverci tutti insieme e far conoscere questi aspetti – osserva Ghiselli – ad oggi la Cgil sta pensando ad una nuova riforma previdenziale. Il primo obbiettivo è porre un limite all’età pensionabile e subito dopo dare uguaglianza all’attuale sistema. La Cgil non vuole riproporre la pensione minima da fame, noi vogliamo dare la pensione contributiva di garanzia, ovvero a coloro che, anche se hanno un percorso lavorativo debole e non continuativo, ma allo stesso tempo attivo, il sistema riconoscerà una pensione di garanzia dignitosa” conclude Ghiselli.Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Lorenzo Cortellucci