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Biancani sulla chiusura delle scuole: "Allargare la platea della didattica in presenza"

Con l’incombere della possibilità di zona rossa per tutta la Regione e la conseguente chiusura di tutte le scuole, dall’asilo alle superiori, rischia di presentarsi un problema, non da poco, per quelle famiglie in cui entrambi i genitori non vedranno sospese le loro attività lavorative.

Questo riguarda, in particolare, chi svolge funzioni pubbliche essenziali, come autisti, forze dell’ordine e personale sanitario. Esauriti gli appositi congedi, i lavoratori saranno costretti a prendere le ferie o affidare i figli ai nonni con i rischi conseguenti, oppure assumere babysitter, una spesa non alla portata di tutti. Il rischio ulteriore è che a farne le spese siano soprattutto le donne lavoratrici. Il Vicepresidente del Consiglio Andrea Biancani (PD) per andare incontro alle famiglie lancia una proposta: “In zona rossa è già previsto che alcune categorie specifiche di studenti vadano a scuola in presenza, come ad esempio i disabili, è importante provare ad allargare questo diritto ai figli di quei genitori che sono costretti a lavorare, e non hanno più a disposizione adeguati strumenti normativi per prendere giorni di congedo. Il rischio altrimenti è di mettere in seria difficoltà molti lavoratori, tra cui ad esempio quelli del personale sanitario, in prima linea contro il covid, il che sarebbe assurdo”.

Biancani osserva che “la Regione dovrebbe farsi carico del problema presso il Governo e i Ministeri competenti, e chiedere una modifica dei dpcm, come mi risulta abbia già fatto l’Emilia Romagna”. In effetti il problema si è già presentato in quelle Regione che, da più tempo rispetto alla Merche, hanno al loro interno delle aree in zona arancione scuro o rossa. Il Ministero dell’Istruzione il 4 marzo ha, poi, emanato una circolare che ribadiva la possibilità, stabilita dal Piano scuola 2020-2021, salvo diverse indicazioni regionali, di permettere la frequenza a figli del personale sanitario e di chi svolge altre funzioni di pubblica utilità, non sospese e non svolgibili a distanza. Una circolare recepita ad esempio dalla Regione Lombardia, ma che, alla luce del nuovo dpcm, secondo la Regione Emilia Romagna, necessiterebbe, per essere applicata, di alcuni chiarimenti del governo, fino ad arrivare ad una modifica del dpcm stesso e ad una migliore definizione delle categorie di lavoratori interessate.

Per questo Biancani è convinto che “siccome il tema è nazionale e già due regioni importanti come Lombardia e Emilia Romagna, peraltro governate da partiti diversi, si sono mosse per garantire a questi lavoratori un diritto importante, le Marche potrebbero partecipare al dibattito e chiedere anche loro al Governo di intervenire rapidamente. Non sarebbe una battaglia politica ma di buon senso e non saremmo soli. Spero che il presidente Acquaroli voglia impegnarsi su questo fronte come su quello della richiesta di nuovi e appositi permessi di congedo e bonus babysitter, per aiutare le famiglie dei lavoratori marchigiani”.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


Andrea Biancani Vicepresidente Consiglio Regionale