
Uil Marche, Mazzucchelli: âSistema produttivo regionale, la crisi è strutturaleâ
"Il settore industriale delle Marche è ancora nel pieno di una crisi strutturale, soprattutto nei comparti manifatturieri, da sempre considerati settori trainanti lâeconomia regionale". à il commento di Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche, rispetto ai dati sul ricorso alla cassa integrazione che, nella nostra regione, segnano un aumento di quasi il 16% rispetto al 2024, secondo il report del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale con i dati relativi ai primi nove mesi del 2025.
âUna percentuale inferiore alla media nazionale del +18,6% - evidenziano dal Centro studi della Uil Marche â ma lâaumento marchigiano si concentra soprattutto sulla cassa integrazione straordinaria (con 6.748.480 ore, +87,5%), mentre è diminuita la Cig ordinaria, che si attesta a 10.678.124 ore con una riduzione del -6,4% rispetto al 2024. Rispetto allo stesso periodo del 2024 la cassa integrazione totale si attesta a 17.426.604 ore contro 15.000.758 ore del 2024 con un aumento del 16,2%. Le Marche sono al decimo posto nella classifica delle regioni che sono maggiormente ricorse agli ammortizzatori socialiâ. Tra le province, quella di Macerata ha registrato l'incremento più significativo (+40,7%) con 3.123.826 ore, seguita da Ancona con 6.301.236 ore autorizzate con una variazione del +34,9% rispetto al 2024 e da Fermo con 2.922.744 ore con una variazione del +1,6%. Le uniche province che hanno registrato una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2024 sono Ascoli Piceno con 845.112 ore autorizzate (-12,7%) e Pesaro Urbino con 4.233.686 ore (-0,7%). Osservando i dati relativi alla distribuzione delle ore nei singoli rami di attività corrispondenti alle diverse gestioni INPS della Cassa Integrazione Guadagni, lâaumento delle ore di CIG rispetto allo stesso periodo del 2024 è totalmente imputabile al ramo dellâindustria, il quale registra un saldo di +1,4 milione di ore (+14,1%). Al suo interno, in termini assoluti lâincremento è ascrivibile principalmente ai comparti tessile-abbigliamento (+1,2 mln di ore) e pelli-cuoio-calzature (+593mila ore). Preoccupa anche la situazione del settore artigiano. Se esaminiamo i dati di FSBA, il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l'Artigianato, cioè la cassa integrazione dell'artigianato, rileviamo che nelle Marche nel periodo gennaio-settembre 2025 sono state autorizzate 724.015 ore con un importo lordo rendicontato di 8.056.446,54 euro.âà evidente - prosegue la segretaria generale - la necessità di interventi immediati da parte delle istituzioni regionali e nazionali per sostenere l'industria e salvaguardare l'occupazione. Lâaumento delle ore di cassa integrazione è, di fatto, un sintomo del malessere diffuso che colpisce imprese e lavoratori, e che rende evidente la necessità di una strategia per il lavoro, capace di unire politiche industriali, formazione, politiche attive, incentivi mirati e tutela dei redditi. Non è più rinviabile, da parte della Regione, la messa a terra di politiche efficaci e condivise atte a invertire tale tendenza a partire proprio dalla legge regionale del 1° agosto 2025, n. 19 â âDisposizioni in materia di politica industriale regionaleâ nata proprio dallâindividuazione condivisa degli interventi strategici di cui necessita la regione per la politica industriale. Una legge su cui sviluppare convintamente un progetto di rilancio industriale per le Marche per attrarre e valorizzare i giovani e a rendere le imprese del territorio più competitive non solo dal punto di vista produttivo, ma anche in termini di qualità del lavoro e di miglioramento delle retribuzioni. Pensiamo che sia necessario agire su più livelli: in primo luogo politiche industriali mirate che rilancino i settori maturi incentivando la riconversione dei comparti tradizionali (es. tessile, calzature, meccanica) verso produzioni ad alto valore aggiunto, sostenibili e innovative; a ciò si aggiunge la necessità di programmi regionali per offrire formazione in settori emergenti (es. green economy, IT, logistica) mettendo a sistema e rafforzando gli ITS (Istituti Tecnici Superiori); le Università ma anche il sistema dellâ apprendistato per formare figure professionali realmente richieste dal mercato;  servono inoltre incentivi allâoccupazione, prevedendo sgravi fiscali, non a pioggia,  per le aziende che reintegrano lavoratori in CIG o che assumono personale nei territori più colpiti. à tempo che la politica e le istituzioni si assumano la responsabilità di dare risposte concrete perché la tenuta sociale e democratica del Paese passa prima di tutto dal lavoroâ.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche
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