
Marche al Bivio: PRC; "Il programma del cambiamento tra speranze e scetticismi"
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Prevedibili come l'arrivo delle rondini in primavera sono arrivate le fibrillazioni, i mugugni, lo stupore dopo la lettura del programma "del cambiamento" che la coalizione progressista e democratica ha sottoscritto dando via libera alla candidatura a Presidente a Matteo Ricci, che di questo accordo dovrà , prima che l'esecutore esserne il Garante.
Il Programma è indubbiamente e sicuramente innovativo non solo per le questioni che riguardano il capoluogo di Regione (L'area Marina Del Conero, la riattivazione della stazione ferroviaria di Ancona Marittima, lo stop all'ampliamento del molo clementino nel "porto storico"), ma altresì per progetti che riguardano la "democratizzazione" della governance per difendere e "curare" la sanità pubblica, strumenti che consentano una nuova programmazione economica e interventi pubblici diretti nelle situazioni di crisi, impegni insomma che garantiscono diritti sociali a cominciare da un salario giusto per tutti quelli che avranno appalti o collaborazioni dirette o indirette con la Regione Marche.Un programma coraggioso e segnato dal contributo di idee di forze come Rifondazione Comunista, Dipende da Noi, Movimento 5 stelle, che nella passata legislatura scelsero una partecipazione autonoma e che oggi, oltre a farsi carico dell'emergenza democratica di liberare le Marche da un governo inetto e supino ad interessi corporativi e valori (Sic) reazionari, hanno contribuito alla costruzione di un progetto che segna pure una forte discontinuità con i governi di centro sinistra delle "penultime" legislature (Spacca e Ceriscioli).Indubbiamente allogene a questo percorso sono semmai candidature che nel loro lungo impegno istituzionale hanno partecipato alle esperienze passate, tuttavia, come ci insegna la storia della Chiesa, sulla via di Damasco è possibile comprendere gli errori e trovare il modo di contribuire alla speranza.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche
Partito della Rifondazione Comunista