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Una mozione del M5S contro il riarmo anche nelle Marche

Contestualmente alle tre grandi manifestazione del 5 aprile, 7 e 21 giugno a Roma in cui migliaia di persone hanno sfilato pacificamente per dire no al riarmo europeo, il M5S ha presentato alla Camera e al Senato una mozione contro il piano di riarmo Ue, bocciata dalla maggioranza guerrafondaia e amica delle lobby delle armi che preferisce spendere i soldi degli italiani in missili anziché in ospedali, scuole e pensioni.

La stessa mozione è stata protocollata in ogni Regione, comprese le Marche. Devo registrare, purtroppo, che molte giunte regionali, come Lombardia, Lazio o Toscana bocciandola si sono smascherate per quello che sono, guerrafondaie come il governo Meloni. Le politiche di riarmo e rafforzamento dell’industria bellica messe in atto dalla Commissione europea, stanno portando l’Unione sempre più lontana dai suoi valori fondanti di cooperazione e solidarietà e sempre più distante dai reali bisogni dei cittadini europei. Al Presidente Acquaroli e il resto della maggioranza ricordo che nello Statuto della Regione Marche, è scritto che: “Il Consiglio regionale promuove, sostiene e difende, in armonia con la Costituzione, con la Carta dei diritti dell'Unione europea e con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la pace e il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; promuove, sostiene e difende i diritti fondamentali della persona, il loro libero esercizio e la solidale convivenza tra le diverse popolazioni.”Con questo atto, che spero venga portato in discussione il prima possibile, chiedo di esprimere in tutte le sedi istituzionali la contrarietà della Regione Marche alla corsa al riarmo e all’aumento delle spese militari a scapito degli investimenti destinati allo sviluppo economico e sociale. A vigilare affinché i fondi del PNRR e del FSC siano utilizzati esclusivamente per i fini previsti, evitando qualsiasi forma di destinazione impropria verso spese militari e, infine, a promuovere nelle sedi competenti la necessità di avviare negoziati di pace e di risoluzione diplomatica dei conflitti internazionali. Puoi commentare l'articolo su Vivere Fano


Marta Ruggeri