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Evasione di Andrea Cavallari, il ministro Nordio apre un’istruttoria: “Accertare ogni responsabilità”

Una fuga premeditata, studiata con cura nei dettagli: è quanto emergerebbe dalle indagini in corso sulla sparizione di Andrea Cavallari, il 26 anni, condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo, nella quale, l’8 dicembre 2018, persero la vita cinque minorenni e una giovane madre.

Il giovane detenuto, recluso nel carcere della Dozza di Bologna, ha ottenuto un permesso per discutere la tesi di laurea in Scienze Giuridiche lo scorso 3 luglio, ma non ha mai fatto ritorno in carcere. Uscito senza scorta insieme alla madre, dopo la cerimonia ha pranzato in un ristorante del centro con alcuni familiari. Poi si è allontanato, dichiarando che doveva incontrare la fidanzata. Un appuntamento mai avvenuto: la ragazza in questione è in realtà una ex, con cui Cavallari non ha più rapporti da circa due anni.Secondo gli inquirenti, la fuga sarebbe stata accuratamente organizzata: Cavallari potrebbe avere a disposizione documenti falsi, contanti, un cellulare e il supporto di almeno una persona. Un amico sarebbe infatti giunto in auto al ristorante per prelevarlo e accompagnarlo verso una destinazione che potrebbe anche essere all'estero. Si ipotizza che il 26enne possa essersi diretto in un Paese dell’Europa dell’Est, forse in Ucraina.Sul caso sono stati aperti due fascicoli: uno per evasione, a carico di Cavallari, e un altro per favoreggiamento, al momento contro ignoti, per identificare eventuali complici. Gli inquirenti ritengono che più persone possano aver contribuito alla pianificazione e all’esecuzione della fuga, fornendo mezzi, denaro e supporto logistico.Le indagini, condotte dal Nucleo investigativo della polizia penitenziaria e coordinate dalla Procura di Bologna, si basano anche sull'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza in città, compreso il ristorante in cui Cavallari ha pranzato, e cercano di risalire all’identità dell’uomo che lo ha aiutato. I familiari affermano di non conoscerlo.Cavallari, secondo le ricostruzioni, aveva con sé un telefono cellulare – forse consegnatogli all’esterno nel giorno della laurea – che potrebbe aver utilizzato per comunicare con i complici, oltre a 300 euro che i familiari gli avevano dato come regalo di laurea.Intanto la vicenda è giunta fino in Parlamento, con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che rispondendo a un’interrogazione in Senato, ha confermato l’apertura di un’istruttoria interna al ministero per accertare eventuali responsabilità nella concessione del permesso e per verificare se siano stati rispettati tutti i protocolli. “Occorre fare certamente luce sulla vicenda riportata dalla stampa e andrà fatto un accertamento- ha detto in Aula rispondendo al question time- A tal fine, appresa la notizia, ho avviato un’attività istruttoria al fine di accertare compiutamente i fatti e verificare l’eventuale sussistenza dei presupposti per l’esercizio delle prerogative istituzionali riconosciutemi per legge. Il segreto istruttorio non consente di poter fornire ulteriori dettagli sulla vicenda”.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Sara Santini (Senigallia)