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Wwf: "Caccia: il TAR delle Marche anticipa la chiusura di quattro specie cacciabili"

Ancora una volta il Calendario venatorio regionale viene modificato per decisione del Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche per quanto riguarda il periodo di caccia di molte specie selvatiche.

Ad esso si erano rivolte, con l’avvocato Tommaso Rossi dello Studio Rossi, Copparoni &. Partners di Ancona, le associazioni ambientaliste WWF -LAC-LAV-LUPUS IN FABULA- LEGAMBIENTE-LIPU-ENPA. Alla camera di consiglio dell’11 settembre si era discussa la sospensiva e l’ordinanza, depositata oggi, confermando il valore del parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale), segna un importante successo delle associazioni ambientaliste, riducendo il periodo di caccia delle specie Cesena, Tordo Bottaccio, Tordo Sassello e Beccaccia, che era stata inizialmente prevista dalla Regione Marche al 31.01.2026, fermando le doppiette già il 10 gennaio 2026. Molto importante anche la difesa costituzionale di una norma introdotta dal Governo che voleva depotenziare il potere giurisdizionale dei TAR ma che, anche a seguito dell’eccezione di legittimità costituzionale proposta dall’Avv. Rossi, i Giudici del TAR Marche hanno ridefinito in un modo costituzionalmente conforme. Come negli scorsi anni la Regione Marche si è discostata dal parere dell’ISPRA, sostanzialmente basandosi su dati frammentari e relativi a pochi esemplari e ad un periodo temporale limitato, che ad avviso dei giudici amministrativi non sono sufficienti a superare i recenti studi scientifici aggiornati sui movimenti migratori pre-nuziali delle quattro specie. Irragionevolmente quindi la Regione Marche ha tentato di forzare i pareri e gli studi accreditati da tutta la comunità scientifica per consentire ad una minoranza di doppiette e irriducibili sparatori di allungare il periodo di caccia delle quattro specie. Nonostante fossero consapevoli delle precedenti sentenze negative sulle stesse questioni, hanno tentato il “colpaccio” con evidenti riflessi elettorali, ma sono stati fermati dal ricorso delle Associazioni Ambientaliste e soprattutto dai Giudici Amministrativi che lo hanno ritenuto corretto e meritevole di accoglimento. Sconfitte quindi, per il momento, l’Amministrazione regionale, la Federcaccia, Ass. Libera Caccia, Enalcaccia e Comitato Nazionale Caccia e Natura, che erano costituite in giudizio a difesa del provvedimento. Le Associazioni Ambientaliste ribadiscono ancora una volta il valore collettivo della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato che deve essere conservata per le generazioni future e per preservare la biodiversità della nostra Regione, minacciata irresponsabilmente per favorire un macabro divertimento a favore di pochi e a danno dei molti.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


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