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Senigallia: Addio a Don Vittorio Mencucci: una vita tra fede, filosofia e impegno civile

Si è spento nel pomeriggio di martedì 30 settembre, nella sua abitazione di via dei Gerani, circondato dai suoi cari, don Vittorio Mencucci, figura di riferimento per la comunità cittadina e per tante realtà culturali e pastorali. Aveva 90 anni.

Nato a Ripe nel 1935, venne ordinato sacerdote nella Cattedrale di Senigallia il 18 marzo 1961 da mons. Umberto Ravetta. Dopo i primi anni di ministero come cappellano nella parrocchia del Portone, si trasferì a Milano per completare gli studi universitari e ottenne la licenza in Teologia e la laurea in Filosofia. Nel capoluogo lombardo insegnò religione all’Istituto tecnico “Cattaneo” e, dal 1969, Filosofia al Liceo classico statale “Giovanni Berchet”.Nel 1974 tornò a Senigallia, dove ricevette la cattedra di Filosofia al Liceo scientifico “Enrico Medi”. Parallelamente portò avanti diversi incarichi pastorali: nella cappellania di San Domenico, a Corinaldo, a Sant’Angelo di Senigallia, fino a diventare nel 2005 parroco di San Giovanni Battista a Scapezzano, comunità a cui è rimasto profondamente legato.Instancabile ricercatore e appassionato del dialogo tra fede e cultura, don Vittorio ha promosso restauri di importanti opere d’arte – tra cui “Il volto dell’Eterno Padre”, attribuito alla scuola urbinate di Giovanni Santi, e la “Santa Cecilia” di Bruno d’Arcevia – e ha sempre cercato nuove strade di pastorale e spazi di confronto.È stato anche protagonista della vita culturale cittadina: tra i fondatori dell’Università per Anziani, del gruppo Amici della filosofia e della Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti”. Ha inoltre pubblicato numerosi saggi e libri, spesso animati da riflessioni coraggiose e provocatorie: “Donna sacerdote? Ma con quale Chiesa?”, “Perché cambiare. Recuperare l’uguaglianza tra i battezzati nella comunità delle origini”, “Ripensare la fede nella fedeltà a Cristo e al proprio tempo” (con don Luigi Gianantoni), “Ma intanto il mondo cambia, eppur si muove”, “Ma liberaci dal sacro… Vivere il Vangelo nella modernità”.“Ha vissuto con forza e dignità tutti i suoi novant’anni di vita in terra - lo ricordano i familiari - lottando perché anche la vita degli altri fosse ricca di senso e dignità. Lo ha fatto da sacerdote, cercando e ricercando come vivere e far vivere il Vangelo all’interno della storia. Lo ha fatto da filosofo, studiando e facendo studiare il pensiero per dare valore agli umani e ai loro gesti. Lo ha fatto da cittadino impegnato, spendendosi perché la sua Senigallia sia una città di pace e di cultura. Lo ha fatto da appassionato della bellezza, curando con minuzia l’aspetto della sua casa e delle chiese che gli sono state affidate. Lo ha fatto da figlio, fratello e zio, offrendo negli anni e quotidianamente affetto, premura e sicurezza, presenza e disponibilità. Lo ha fatto da uomo retto, libero e fiero che ha saputo essere riferimento per i familiari, i parrocchiani, gli studenti e i concittadini che oggi lo ricordano con affetto”. Il funerale avrà luogo nella chiesa del Portone giovedì 2 ottobre alle ore 16:00.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Sara Santini (Senigallia)