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San Benedetto: Paghi tu, se il cinese scappa: l’INPS presenta il conto all’artigiano onesto

Nel distretto calzaturiero fermano-maceratese e non solo chi rispetta le regole finisce per pagare anche per chi le ignora. È il paradosso dell’articolo 29, che trasforma la legalità in un boomerang

Succede a Monte Urano, ma potrebbe accadere ovunque. Un piccolo artigiano riceve una lettera dall’INPS: deve versare migliaia di euro di contributi previdenziali. Non suoi, ma di un tomaificio cinese che ha chiuso i battenti, lasciando dietro di sé debiti e silenzi. Il motivo? L’articolo 29 del Decreto Legislativo 276/2003, che impone la responsabilità solidale tra committente e appaltatore. Se il terzista non paga, paga chi gli ha affidato il lavoro. Anche se ha rispettato ogni norma.E qui la beffa si fa farsa: l’artigiano, prima di affidare la commessa, aveva richiesto regolarmente il DURC — il Documento Unico di Regolarità Contributiva — per verificare che l’azienda fosse in regola. E lo era. Almeno sulla carta. Ma evidentemente, tra il timbro e la realtà, c’è di mezzo un abisso che lo Stato non si cura di colmare. Preferisce bussare alla porta di chi è ancora rintracciabile. E solvibile.Nel distretto calzaturiero fermano-maceratese, questa norma si trasforma in una ghigliottina. I laboratori cinesi, spesso accusati di sfruttamento della manodopera e condizioni di lavoro irregolari, comprimono i prezzi e mettono fuori mercato le imprese locali. E quando chiudono, il conto lo paga chi ha cercato di resistere. Legalmente, sì. Ma anche economicamente.La concorrenza sleale non si combatte con le lettere minatorie, né con minacce di azioni giudiziarie. Si combatte con controlli, con equità, con una visione che non punisca chi ha fatto il proprio dovere. Perché se il sistema premia chi evade e punisce chi resiste, non è più un sistema: è una trappola.Nota giuridica:L’art. 29 del D.Lgs. 276/2003 stabilisce che, in caso di appalto, il committente è responsabile in solido con l’appaltatore per il pagamento di retribuzioni e contributi ai lavoratori. È una norma pensata per tutelare i diritti dei dipendenti, ma che può colpire duramente chi ha agito in buona fede, anche quando ha richiesto e ottenuto un DURC regolare.Puoi commentare l'articolo su Vivere Ascoli


Lorenzo Bracalente