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Fermo: Basso bacino del Chienti, a Fermo archiviato l'esposto. Il Comitato: “La gente muore, ma nessuno interviene”

Il Comitato per la bonifica denuncia l’inerzia delle istituzioni di fronte alla questione dell’inquinamento del basso bacino del Chienti. Dopo lunghe battaglie legali e politiche, la doccia fredda arriva ora con l’archiviazione dell’esposto da parte del GIP di Fermo, Teresina Pepe.

“Il basso bacino del Chienti è gravemente inquinato, qui la gente muore, letteralmente, a causa del menefreghismo delle istituzioni: i dati parlano chiaro”; è questo il grido d’allarme lanciato dal neonato Comitato per la bonifica del Basso bacino del Chienti, che ha voluto esporre, nel corso di una conferenza stampa, la grave questione che interessa i comuni sulla sponda maceratese e su quella fermana del fiume. “Nel 1992 venne scoperto un importante inquinamento da solventi per suole di calzature nell’ala destra e in quella sinistra del bacino idrografico del Chienti” spiega Domenico Bevilacqua, del Comitato; “l’inquinamento venne accertato in un'area di 12 ettari in mare e una di 26 km a terra che interessava entrambe le sponde del fiume, toccando i Comuni di Morrovalle, Montecosaro, Civitanova Marche, Porto Sant’Elpidio e Sant'Elpidio a Mare. Il terreno era completamente pieno di queste pericolosissime sostanze; una situazione che andava avanti da almeno 15 anni, al momento della scoperta”. In quell’occasione, l’opinione pubblica ne risultò profondamente scossa e sorsero numerosi comitati di cittadini che chiedevano l’intervento delle istituzioni. Un intervento che, però, non arrivò mai, al punto che il caso arrivò persino in Parlamento, dove nel 2016 una Commissione Parlamentare di inchiesta denunciò proprio la mancata volontà, da parte di amministrazioni locali, provinciali e regionali, di individuare i responsabili.Per anni, però, nessuno parla più dell'argomento fino al 2023, quando la pubblicazione del report “Sentieri VI” del Ministero della Sanità riporta la questione sotto i riflettori con dati allarmanti: “il rapporto ministeriale mette l’area tra le 46 più inquinate in Italia, evidenziando l’eccesso di mortalità e l’elevata incidenza di tumori di tutte le tipologie e in ogni fascia d’età, oltre che malattie neonatali e malformazioni congenite”, afferma il dottor Paolo Maria Squadroni, del Comitato; “qui la gente muore e continua a morire a causa dell’inquinamento delle falde acquifere dopo che, per anni, i solventi della calzatura sono stati sversati nei pozzi”, prosegue.Ed è quindi dopo la pubblicazione del rapporto che il Comitato torna a farsi sentire. Con il supporto legale dell’Avv. Massimo Luzi, vengono presentati esposti alle Procure di Macerata e Fermo per omessa bonifica. “A Macerata, dopo una prima archiviazione, ora l’esposto è in fase di indagine. A Fermo, invece, il GIP Teresina Pepe ha archiviato il procedimento lo scorso 25 settembre”, raccontano Squadroni e Bevilacqua; “sono stati richiesti solo alcuni pareri all’Arpam, che pure ha confermato la presenza di un inquinamento diffuso. Tuttavia, si è scelto di evidenziare soltanto che in certe aree erano già state eseguite bonifiche legate a lavori o interventi locali”, spiega il comitato; “si è fatto riferimento alla complessità dei diversi ambiti territoriali come se questo potesse giustificare l’inerzia", aggiungono. “In questo modo, ci impediscono praticamente ulteriori azioni legali. Eppure, avevamo fornito tonnellate di documenti, anche recentissimi”, spiegano i rappresentati. Devono infatti sorgere ulteriori elementi affinché il caso, archiviato dal Gip, possa essere riaperto, ed è questo che ora scoraggia il Comitato. Ma cosa si può fare, adesso? “È importante che la gente conosca la questione e sappia quanto sia grave; è importante che i Comuni parlino ai propri cittadini, perché l’inquinamento è potenzialmente dentro ogni casa. L’opinione pubblica deve conoscere, bisogna muovere le coscienze: solo così si potrà sperare che qualcuno si decida a intervenire sulla questione”, concludono i membri del Comitato. Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Roberta Ripa