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Pesaro: Pestato in concessionaria per un debito di droga, poi l’auto della compagna data alle fiamme: due arresti nel Montefeltro

L’hanno attirato in concessionaria con un pretesto, chiuso a chiave e pestato per “insegnargli” come si paga un debito di droga. Poi, per rafforzare il messaggio, due mesi dopo hanno incendiato l’auto della compagna della vittima.

È questo lo scenario ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Urbino, che ha portato all’arresto di due uomini del Montefeltro, titolare e collaboratore di una concessionaria d’auto.Martedì il giudice per le indagini preliminari di Urbino ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare: carcere a Pesaro per il principale indagato e domiciliari con braccialetto elettronico per l’altro. I due sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di rapina, tentata estorsione, lesioni personali, violenza privata e danneggiamento.Le indagini, coordinate dalla Procura di Urbino, sono partite nella notte tra l’11 e il 12 ottobre scorso, quando un’auto è stata data alle fiamme a Sassocorvaro-Auditore. In un primo momento il rogo sembrava l’ennesimo episodio isolato, ma gli investigatori hanno deciso di approfondire. Attraverso telecamere comunali e private, testimonianze e accertamenti sul territorio, i militari hanno ricostruito i rifornimenti di benzina effettuati prima dell’incendio e la fuga dei responsabili su una moto di grossa cilindrata.Il quadro che ne è emerso è inquietante: un contesto legato al traffico e allo spaccio di cocaina, con modalità tipiche di una vera e propria intimidazione mafiosa. Secondo la ricostruzione, il “cliente moroso” sarebbe stato convocato nel salone con una scusa. Una volta dentro, la porta è stata chiusa e la discussione è degenerata: minacce, percosse e l’auto della vittima sequestrata come garanzia del presunto debito.Non è bastato. Per ribadire il messaggio, gli indagati – secondo gli inquirenti – hanno deciso di dare alle fiamme l’auto della compagna della vittima, così da diffondere il terrore all’interno del nucleo familiare. Un gesto che ha scosso profondamente la comunità locale.Le indagini proseguono per chiarire se dietro l’episodio vi siano ulteriori connessioni con la rete dello spaccio nel Montefeltro. I Carabinieri mantengono il massimo riserbo, ma sottolineano come la collaborazione delle persone offese sia stata decisiva per far emergere una vicenda che unisce violenza, droga e intimidazione in un territorio solitamente tranquillo.Puoi commentare l'articolo su Vivere Pesaro


Redazione Vivere Pesaro