Ruggeri (M5S): "Sul salario minimo la maggioranza di destra insensibile ai bisogni dei lavoratori proveri"
Dopo quasi due anni dalla sua presentazione, il Consiglio regionale ha finalmente discusso la mia mozione di sostegno al salario minimo orario, unitamente a quella presentata ad agosto dal Partito Democratico.
La mozione chiedeva lâimpegno da parte della Regione Marche a sostenere la proposta di legge sul salario minimo presentata alle Camere a prima firma di Giuseppe Conte, dopo lâaccordo raggiunto da tutte le opposizioni (tranne il partito di Renzi).Le due mozioni sono state entrambe bocciate dalla maggioranza di destra, che si è dimostrata ancora una volta del tutto insensibile ai bisogni dei più deboli.Il Movimento 5 Stelle è in prima fila dal 2013 nella battaglia per lâintroduzione nel nostro ordinamento giuridico di questo principio di dignità del lavoro che vuole dare piena attuazione allâart. 36 della Costituzione.Una misura di civiltà diretta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti âlavoratori poveriâ, assolutamente necessaria in un Paese come lâItalia, unico Paese in Europa in cui dal 1990 ad oggi i salari reali sono diminuiti.NellâUnione Europea ben 21 Paesi su 27 hanno il salario minimo stabilito per legge.Il fenomeno del precariato e della povertà lavorativa è in crescita, in un contesto che peraltro continua a peggiorare a causa dellâinflazione.In Italia il 12% dei lavoratori occupati si trova sotto la soglia della povertà .Fino a quando non è stato abolito dal Governo, circa 200 mila lavoratori integravano il proprio stipendio con il Reddito di Cittadinanza per arrivare alla fine del mese. Sono i âlavoratori poveriâ, che oggi si trovano in grande difficoltà .Queste considerazioni fanno ritenere che affidarsi alla sola contrattazione collettiva non sia sufficiente a contrastare questo fenomeno dilagante, causato dagli oltre mille contratti di lavoro che ci sono in Italia, tra tanti sono i cosiddetti âcontratti pirataâ utilizzati per giustificare vergognose pratiche di sfruttamento legalizzato.Con la nuova proposta di legge, intendiamo fissare un principio di buonsenso: nessun lavoratore può guadagnare meno di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro più rappresentativi â ossia quelli firmati dalle principali associazioni sindacali e datoriali â e comunque, il salario minimo stabilito dal contratto collettivo non potrà mai scendere sotto i 9 euro lordi allâora.La proposta di legge prevede che questo principio sia esteso a tutti i rapporti di lavoro subordinato ed a quelli che presentano analoghe necessità di tutela nellâambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo.Contrariamente a ciò che vogliono far credere gli oppositori della misura, in questo modo la contrattazione collettiva non subirebbe alcun attacco. Il ruolo del sindacato è fondamentale e nessuno lo vuole disconoscere, ma è necessario affiancare alla contrattazione anche un salario minimo di legge.Né si può giustificare lo sfruttamento dei lavoratori con le esigenze di flessibilità del lavoro o con la necessità di emersione del lavoro nero nei lavori più umili. Le esigenze di flessibilità e di contrattazione aziendale e territoriale sono condivisibili, ma devono essere accompagnate da una retribuzione di base adeguata alla salvaguardia della dignità del lavoro; e il lavoro nero va combattuto con i controlli, non abbassando lâasticella dei diritti dei lavoratori.Con lâistituzione di un salario minimo legale andremmo a proteggere le categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento, primi fra tutti i giovani e donne. Il 23,3% di queste ultime vedrebbe crescere il proprio salario, come già avvenuto negli altri Paesi europei dove è stato introdotto.Ancora maggiore sarebbe il vantaggio per i giovani. Oggi il 47% di quelli con meno di 29 anni guadagna meno di 9 euro lordi lâora.Se vogliamo veramente incentivare le nascite, iniziamo con il mettere argine al precariato giovanile.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche
Marta Ruggeri Consigliere regionale M5S