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Volpini sulla "crisi" del PD: "Troppe maggioranze variabili spinte da aspettative personali e non da una visione di governo"

La bomba esplosa in mano al Partito Democratico con la vicenda legata all'espulsione di Antonio Mastrovincenzo, e ancora le possibili ripercussioni interne al partito e soprattutto le conseguenze sui prossimi appuntamenti elettorali del 2026. L'ex presidente della Commissione regionale sanità Fabrizio Volpini apre una riflessione sul delicato momento portico attraversato dal PD.

Cosa ne pensa della vincenda legata all'esplulsione dal PD di Antonio Mastrovincenzo?“E' un fatto politicamente grave perchè avviene all'indomani di una netta sconfitta elettorale che riconsegna il governo della regione al centro destra per altri cinque anni e che avviena alla vigilia di importanti scadenze elettorali come le amministrative di Senigallia, Fermo e Macerata. Una vicenda che mina anche la credibilità del Partito Democratico che si contende ciclicamente il primato di primo partito nelle Marche con Fratelli d'Italia e che potrebbe creare una frattura con gli altri alleati del centro sinistra e soprattutto alimentare la sfiducia dei cittadini verso la poltica”.Il PD prima acconsente alla candidatura di Mastrovincenzo in una lista civica, salvo poi espellerlo dal partaito una volta eletto in Consiglio Regionale. Perchè si è arrivati a questo?“Al di là dei dettagli e dei retroscena che non conosco perchè da tempo non faccio parte di organismi direttivi del PD, penso ci sia una costante alla base della vicenda. Quando alla politica alle idealità e alle prospettive si sostituiscono le aspettative dei singoli, il carrierismo, l'arrivismo, il poltronismo e anche il familismo, si generano scontri interni al partito che nulla hanno a che fare con la politica intesa come al serivizio del bene comune”.Sta dunque succedendo questo all'interno del Partito Democratico?"Nel PD, tra le varie anime, ci sono maggioranze variabili, spinte più da aspettative personali e posizionamenti piuttosto che da una visione di governo regionale o di città". Si tratta purtroppo di una prassi consolidata così come altrettanto consolidata è poi lo sterile e ipocrita appello all'unità del partito, quale condizione per le future sfide elettorali".L'ex consigliera regionale Manuela Bora ha chiesto un azzeramento dei i livelli intermedi del Pd per ripartire dalla base. Lei che ne pensa?“Dopo la sconfitta elettorale delle regionali ero convinto che fosse inopportuno mettere mano ad una revisione dei vertici ma dopo la vicenda di Mastrovincenzo forse è necessaria una analisi più attenta, a cominciare dalla segreteria regionale”.Senigallia andrà al voto per le amministrative nella primavere 2026. Questa crisi interna del Pd potrebbe avere ripercussioni sulla sfida elettorale cittadina?“Se avrà conseguenze in negativo non lo so.. il dato di fatto è che la segretaria regionale Chantal Bomprezzi è di Senigallia ed è consigliera comunale, il candidato sindaco indicato dai circoli è Dario Romano, e lo stesso Mastrovincenzo abita a Senigallia e nel territorio ha raccolto un discreto consenso elettorale alle regionali…”Al momento sembra che il nome di Dario Romano sia l'unico per la candidatura a sindaco dal momento che il resto del centro sinistra non ha prodotto un nome. Dunque niente primarie di coalizione…“Sono convinto della necessità di fare le primarie di coalizione perchè è un modo per attivare l'opinione pubblica, utile anche a veicolare il voto. Non mi trova invece d'accordo l'inopportuna accelerazione della road map verso il voto indicata dal PD che vorrebbe il candidato sindaco entro dicembre perchè ostacola una partecipazione più ampia di altre forze della coalizione che hanno bisogno di più tempo per mettere in campo una loro proposta per le primarie. Si si posticipa di un mese non succede nulla”.Lei nel 2020, quando fu candidato sindaco per il centro sinistra alle amministrative non passò per le primarie. Ha cambiato opinione?“Penso che una delle cause di quella sconfitta elettorale fu il non essere passati attraverso le primarie di coalizione. Inizialmente ero contrario alle primarie, è vero, venivo da una lunga esperienza amministrativa in comune e ero presidente di una importante commissione regionale (la sanità ndr) ma alla fine accettai, poi però i tempi si erano allungati troppo e non si fecero più. Questa è una obiettiva autocritica rispetto a come cinque anni fa affrontammo il voto alle amministrative”.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giulia Mancinelli