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Senigallia: Processo a L'Aquila per l’alluvione 2014, i teste puntano il dito contro omissioni e ritardi

Prosegue davanti al Tribunale de L’Aquila il processo penale per la tragica alluvione che colpì Senigallia nel maggio 2014, provocando tre vittime e ingenti danni. Nove i testimoni ascoltati nell’udienza di lunedì 11 novembre, otto dei quali alluvionati.

Durante l'udienza sono emerse testimonianze inerenti le criticità della macchina organizzativa dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto avvisare la popolazione. In particolare uno dei testimoni ha riferito che, incontrando il giorno dopo la tragedia l’allora sindaco Maurizio Mangialardi, quest’ultimo avrebbe dichiarato di non aver voluto avvisare la popolazione per “non creare panico”.  Tra i testimoni, Franco Cicetti, figlio di una delle tre vittime dell’alluvione, ha affermato con che “se i miei genitori fossero stati avvisati, si sarebbero potuti mettere in salvo”. Un altro testimone ha invece raccontato di aver segnalato per quattro volte alla Provincia di Ancona la pericolosità di un tratto del fiume Misa, senza mai ricevere risposta. Proprio in quel punto, il 3 maggio, il fiume ruppe l’argine causando l’allagamento che travolse la città.In aula ha deposto anche Arnolfo Bittoni, dirigente della Provincia di Ancona, responsabile del monitoraggio del livello del fiume. Bittoni ha ammesso di aver avvisato la sera precedente la ditta incaricata del posizionamento delle paratie sui ponti Garibaldi e 2 Giugno, ma la mattina dell’alluvione il magazzino dell’azienda, situato a Corinaldo, fu a sua volta invaso dall’acqua, rendendo impossibile l’intervento. Nonostante fosse a conoscenza dell’esondazione, Bittoni non avrebbe informato i colleghi “perché impegnato in altre questioni più urgenti”. Il funzionario ha inoltre confermato che la Provincia aveva appaltato i lavori di manutenzione del fiume Misa in quattro lotti a ditte diverse, e che, nonostante due relazioni negative da parte delle associazioni ambientaliste Diatomea e Confluenze, i pagamenti furono comunque effettuati.“Sentire in aula queste verità fa male – ha commentato l’avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale consumatori e che patrocina 395 vittime – perché dimostra come in quella maledetta giornata chi doveva tutelare la vita dei cittadini non ha mantenuto un comportamento irreprensibile.”Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giulia Mancinelli