
A Fermo gli UNIVERSI-bar. Viaggio nei caffé della cittÃ
Il bar è movimento. Il bar è cambiamento. Il bar è diversivo. Parliamone! E così è nata l'iniziativa UNIVERSI-bar. Per conoscere i personaggi che lo frequentano oggi, sapere le loro storie, ricordare quelli passati.
Mercoledì scorso due appuntamenti in contemporanea a Fermo. Al bar DolceAmaro della zona fuori porta san Giuliano, e al Caffè Fleet di Piazzetta. Siamo a Fermo.Mattatori: al DolceAmaro Giorgio Cisbani, al Fleet Marco Giommarini.Fra due anni, ha raccontato Cisbani, saranno settanta... di frequentazioni di bar. Quasi quasi, il già senatore rivendicherebbe un premio fedeltà . Sicuramente glielo dovrebbero per quella che lui definisce âl'assistenza ai problematiciâ. Cisbani non si piglia mai troppo sul serio. E si racconta. I bar? Oggi sono cambiati. Com'erano un tempo? C'era la sala biliardo, c'era la sala per il gioco delle carte e c'era la stanza con il bancone. Chi veniva di passaggio a prendere un caffè, âera attirato dal casino dei locali accanto, dalle urla, dalle imprecazioni, dai pugni sul tavolo. Ed era attratto da questa varia umanità , iniziando a frequentarla, magari da âangolistaâ.Cisbani usa il termine âangolistaâ per identificare quanti si ponevano, in piedi, a fianco del giocatore di carte. Insomma, dice lui, era un turnover di curiosi.Giudizio dell'incontro: divertente. Non lo dice il senatore, lo dicono i presenti.Ci spostiamo al Fleet. C'è l'universo mondo per l'aperitivo. Marco racconta di sé. Parte dall'apertura del chiosco-edicola, quando il nonno gli diede non i soldi ma l'esperienza di vita del mediatore: una stretta di mano da galantuomini. La piccola struttura stava dirimpetto alla chiesa di Sant'Agostino. Era un punto d'osservazione, dove l'asse era lui, ma anche il punto di aggregazione, dove passava tanta gente e tanti amici che d'inverno si scaldavano dentro, due alla volta, per motivi di spazio. Era un po' edicola e un po' salotto. Poi, l'apertura del bar con vendita anche di giornali, «quella strana idea che potevo cibare le persone in ogni spazio del loro corpo e della loro mente».Fleet perché? «Perché richiama Londra e la via delle più importanti agenzie di stampa».Di gente in questi anni ne ha vista passare tanta. Alle pareti ci sono foto di e con Mario Dondero.Marco ci racconta del giornalista Carlo Benedetti inviato in URSS, bravo e scherzoso.Gli chiediamo un paio di episodi particolari. «Il signore cieco che, sbagliando negozio, mi chiese il veleno per i topi. E poi gli spazzini che, dopo aver ricevuto dai pescatori una cesta di ostriche, al mattino prestissimo ne mangiarono, e ne diedero da mangiare, bevendo il cappuccino...».Bello il rapporto con la clientela. Familiare. «C'è anche chi è venuto a presentarmi la fidanzata».Alla salute. Venerdì, 28 novembre 2025  Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo
Adolfo Leoni
