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Monte Roberto: è ancora caccia all'uomo in fuga dopo l’omicidio della moglie

È ancora in fuga Nazif Muslija, il 50enne di origine macedone sospettato di aver ucciso la moglie, Sadjide Muslija, 49 anni, trovata morta nella loro abitazione di via Garibaldi, a Pianello Vallesina. Le ricerche proseguono senza sosta e le Forze dell’ordine invitano chiunque lo avvisti ad avvertire immediatamente il 112.

Anche la trasmissione Chi l’ha visto? ha rilanciato l’appello nella serata di mercoledì, riportando l’attenzione su un ennesimo caso di femminicidio.La donna è stata rinvenuta senza vita mercoledì mattina. Sul corpo, trovato sul letto, erano presenti evidenti segni di percosse, anche al volto, probabilmente provocati da un oggetto contundente non ancora individuato. A dare l’allarme sono stati i rispettivi datori di lavoro: né lei, operaia in un’azienda di imballaggi di Jesi, né il marito, dipendente di una ditta che produce infissi in legno, si erano presentati al lavoro.I Carabinieri della stazione di Moie di Maiolati Spontini, arrivati sul posto intorno alle 13, hanno dovuto forzare la porta, chiusa dall’interno. Una volta entrati, ai sanitari della Croce Verde e dell’automedica non è rimasto che constatare il decesso. La donna sarebbe stata vista ancora viva intorno alle 9 del mattino da una conoscente gettare la spazzatura.Intanto le ricerche di Muslija proseguono. L’uomo risulta irreperibile e potrebbe essersi allontanato con una Smart o una Mercedes Classe A. La coppia ha un figlio di 27 anni che vive in Svizzera e che, appresa la notizia, ha commentato amaramente: “Me lo aspettavo”.Le indagini, coordinate dal pm Rosario Lioniello, proseguono a ritmo serrato. Gli elementi raccolti finora puntano con decisione sulla responsabilità del marito, già più volte denunciato dalla vittima dall’inizio dell’anno per episodi di maltrattamenti che andavano avanti da quasi due anni.Nel gennaio scorso aveva danneggiato il parabrezza dell’auto della moglie con un’ascia, ferendola. Ad aprile, in preda alla gelosia, aveva sfondato con la stessa arma la porta della stanza dove lei si era rifugiata. In quell’occasione la donna era riuscita a scappare e a chiedere aiuto ai vicini. L’uomo era stato arrestato.A luglio Muslija aveva patteggiato una pena di un anno e dieci mesi, accettando un percorso obbligatorio per uomini maltrattanti. La donna, nonostante tutto, aveva deciso di ritirare la richiesta di separazione e di riprendere la convivenza. Il 50enne aveva partecipato a un paio di sedute con lo psicologo e, solo pochi giorni fa, si era recato all’Uepe per un confronto con le assistenti sociali.Il corpo della donna è stato trasferito all’Istituto di medicina legale di Torrette per l’autopsia, intanto si cerca anche l'arma del delitto, forse un bastone. Puoi commentare l'articolo su Vivere Jesi


Sara Santini