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Fermo: Il corpo. I tatuaggi. Un viaggio in treno. E Lorenzo Lotto

Siete contrari o favorevoli ai tatuaggi? Siete contrari o favorevoli alle tante cure del corpo?
Personalmente sono favorevole ad entrambi. Racconto una piccola storia dopo un viaggio in treno

Il corpo. Stasera. A Porto Sant'Elpidio... Club del Libro.Intanto leggo, m'informo, guardo.Non amo l'auto. Mai amata, neppure da giovane. Preferisco il treno. E sul Frecciarossa salgo venerdì, destinazione nord Italia.A Civitanova c'è folla alle otto. Pochi istanti e siamo tutti dentro. Il mio posto è comodo, all'inizio della carrozza.Nello zaino porto tre libri: Il Profumo dei limoni del mio amico canadese Lych, l'ultimo di Antonio Polito Il costruttore – Le cinque lezioni di De Gasperi ai politici di oggi, e Il Corpo di Alfredo Todisco. Li appoggio sul tavolino dinanzi a me. Ma dinanzi a me, di fronte a me, seggono due giovani. Una di forse 20-21 anni, e una più grande: di forse 37-40 anni. Figlia e madre?La ragazza è molto carina, delicata, capelli lunghi castano chiari. Lei con felpa grigia e jeans sfilacciati sulla coscia; l'altra con tuta grigia e cappuccio.Partiamo puntuali. Apro il libro di Todisco: una storia d'amore tra un avanti negli anni e una giovanissima. Leggo poche pagine. Alzo gli occhi. La ragazza ha tirato fuori dalla borsa un astuccio. E dall'astuccio pesca una specie di piccolo cilindro poco profondo. Lo apre. C'è uno specchietto. Sotto allo specchietto, in piano, scorgo qualcosa di nocciola. Una crema, mi pare, una tinta. Dall'astuccio, ancora, emergono pennelli e pennellini. Diversi. Uno lo intinge nel nocciola, lo porta sulla fronte, tra le due arcate sopraccigliare, e disegna un rotondo perfetto: quasi giottesco. È il luogo dell'ajna in sanscrito Mi viene in mente il terzo occhio. La new age lo considera l'occhio dell'illuminazione riprendendo spunti dall'induismo e dal buddismo. Ma lei non si ferma lì. Spande il nocciola, che ho capito essere effettivamente una crema, su tutto il volto. L'operazione richiede diversi minuti.Ogni tanto rituffa il pennello nel cilindretto. E dipinge. La bella carnagione bianca latte, diventa caffèlatte.Siamo alla stazione di Loreto. Cambio di pennello e appaiono due strisce verticali sulle gote, a destra e sinistra, larghe – mi dico – due dita unite.Terzo pennello e il caffèlatte diventa biondo grano maturo. Altro pennello, altra tinta.Tocca ora alle ciglia. Sono nere, diventano nerissime. Sono lunghe, e lo diventano ancora di più.La guardo. Non mi guarda. Sono trasparente.La vicina di posto ha la mano sinistra e l'avambraccio sinistro tatuati. Cerco le rune che amo. Non ci sono. Compaiono strani arzigogoli. Mi arrendo.Abbasso gli occhi e leggo di Milena e del copywriter innamorato.Li rialzo e i pennelli sono ancora in azione. Sono passati circa venti minuti. Non è più la fresca ragazzina. Ha aumentato i suoi anni, forse di dieci. Prima di Ancona, si tira su. Prende il poco bagaglio, saluta la vicina, si danno un appuntamento. Deve passare rasentando le mie ginocchia, quelle del fantasma. Ora il fantasma parla. E le dico o penso di dirle: Lorenzo Lotto non avrebbe saputo fare di meglio. Silenzio.Ho citato Lorenzo Lotto perché al Museo di Loreto ce n'è di suoi quadri. E pure, quell'operazione pittorica sul corpo, mi ha rimandato a Michelangelo, alla sua «passione smisurata per il corpo umano, che rappresenta nella sua gloriosa fisicità, quasi esagerandone le forme» come ha scritto Aldo Cazzullo rifacendosi al Giudizio universale nella Cappella Sistina, «I corpi – spiega - che risorgono e vengono attratti verso l'alto, come per una forza magnetica».Dobbiamo tenerci al corpo, concludo tra me. Non disdegno l'opera della ragazza.Michelangelo ha interrotto la divisione tra cielo e terra. L'ha ricomposta. D'altronde cos'è l'Incarnazione se non il Cielo che entra nella terra. Nel grembo fisico di una donna.La giovane è scesa. Ricompongo gli occhi sul libro. La mente però vaga. E si adagia sull'ultimo album di Jovanotti (gennaio 2025). S'intitola Il corpo umano. Leggo il testo. Una frase mi colpisce tra le altre: «Una sirena mi ha tagliato la strada per costringermi a guardare con occhi nuovi». La realtà che riemerge sempre anche dal dolore (in lui l'incidente), anche dalla malattia, anche da un evento ancor se spiacevole, anche da un incontro.La realtà è segno di altro.Ieri, al ritorno, in un Regionale da Ancona, la ragazza davanti, che mi dava le spalle, seguiva con estrema concentrazione un tutorial... di trucco. Ok.Ne discuteremo stasera. Sono curioso degli interventi che ne scaturiranno. Lunedì, 17 marzo 2025  Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Adolfo Leoni