Condannato in Cassazione il medico omeopata accusato della morte di Francesco Bonifazzi: l'avv. Canafoglia, "Ricorrere alla medicina ufficiale"
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta al dr. Massimiliano Mecozzi dalla Corte di appello di Ancona in merito alla morte del piccolo Francesco Bonifazi, il bimbo di Cagli morto nel 2017 a 7 anni per unâotite curata con trattamenti omeopatici e degenerata in ascesso cerebrale.
La Corte di Appello ha riconosciuto il dr. Mecozzi responsabile di negligenza, imprudenza o imperizia sottostimando il quadro clinico che da una otite media acuta è degenerata in un ascesso cerebrale che ha portato alla morte del piccolo. Lâaccusa è pesante in quanto dallâistruttoria dibattimentale è risultato che il medico non ha effettuato una visita ortoscopica, ma soprattutto ha prescritto una terapia esclusivamente a base di trattamenti omeopatici, omettendo invece di prescrivere le necessarie terapie antibiotiche, come raccomandato dalle Linee guida della Società Italiana di Pediatria e del Ministero della Salute.Dallâistruttoria dibattimentale è emerso che Mecozzi aveva prospettato ai genitori del bambino la possibile insorgenza di gravi malattie quali sordità ed il coma epatico come possibile conseguenza della somministrazione di farmaci antibiotici e per questo li aveva esortati a non somministrarli e addirittura a non condurre il bambino in ospedale. Nel processo si sono costiuiti il nonno del ragazzo, patrocinato dallâavv. Federica Mancinelli e lâUnione Nazionale Consumatori, patrocinata dallâavv. Corrado Canafoglia e supportato dal prof. Matteo Bassetti e dal prof. Enrico Bucci, i quali hanno confermato che la causa del decesso fosse riconducibile alla condotta negligente del medico imputato. Lâavv. Canafoglia con la collaborazione del Prof. Enrico Bucci ha svolto indagini difensive dalle quali è emerso che il caso di Francesco non è isolato, ma già nel 1991 in Nuova Zelanda e nel 2015 in Pennsylvania altri due minori sono morti per una infezione batterica allâorecchio trattata con lâomeopatia, evento evitabile se fosse stato somministrato un semplice antibiotico.Purtroppo la medesima vicenda si è verificata nel 2023 a Lecce dove un bambino di 14 mesi è deceduto sempre perché un medico ed i genitori non avrebbero somministrato medicinali antibiotici a favore di quelli omeopatici. âTutta la famiglia di Francesco, dopo anni dolorosissimi e difficili, ha oggi visto definitivamente riconosciuta la verità . Si è rivolta a dr. Mecozzi medico regolarmente iscritto allâalbo, per garantire a Francesco le migliori cure e mai avrebbero pensato accettato che il dr. Mecozzi lo avrebbe curato disattendendo i dettami della buona prassi medica. Nessuno potrà colmare la loro perdita ma vedere confermata anche in Cassazione la condanna del Mecozzi li porta a sperare che sia di monito in futuro e possa evitar che altri si trovino a vivere una tragedia come la loro" - chiosa lâavv. Federica Mancinelli, legale del nonno del bimbo. âLa sentenza della Cassazione pone fine ad un processo particolarmente impegnativo non solo dal punto di vista giudiziario ma anche emotivo, nel quale ci siamo impegnati per fissar chiaro un principio: i problemi di salute vanno affrontati ricorrendo alla medicina tradizionale ed anche quando si volesse ricorrere ai trattamenti omeopatici, come dettano le Linee guida del Ministero della salute, dopo 3 giorni di insuccesso del trattamento omeopatico bisogna ricorrere alla medicina ufficiale. Ciò per evitare che non vi siano più famiglie che piangono i loro cari" - conclude lâavv. Corrado Canafoglia legale dellâUnione Nazionale Consumatori.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia
Giulia Mancinelli