
Ancona: dalla Somalia per curare Naimo, una bimba di 4 anni con ustioni profonde
Un ponte della salute da Mogadiscio ad Ancona per curare Naimo, una bambina somala di 4 anni.
L'equipe della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche diretta dal professor Giovanni Di Benedetto, in collaborazione con la Clinica di Chirurgia Pediatrica del 'Salesi' guidata dal professor Giovanni Cobellis, è intervenuta su una piccola paziente afflitta da ustioni di II° profondo. Fondamentale l'opera messa in atto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ancona che nel dicembre scorso avevano dato vita ad una raccolta spontanea di fondi tra militari, riuscendo a raccogliere la somma necessaria non solo a sostenere lâintervento della piccola Naimo ma anche ad acquistare due auto elettriche personalizzatecon la livrea dellâArma, consegnate allâOspedale Salesi lo scorso 11 dicembre e destinate ai piccoli degenti della struttura. Importante anche lâopera svolta dai Carabinieri per curare tutti gli adempimenti di natura diplomatica e burocratica necessari a consentire lâingresso in Italia della bimba e della madre.Parliamo di un Paese, la Somalia, dove da anni è in corso una guerra civile che lo rende uno degli Stati maggiormente a rischio terrorismo e di forte emigrazione.Alla conferenza stampa di questa mattina era presente anche la piccola Naimo che ha dispensato sorrisi, baci e carezze per tutti. âLa nostra Azienda ha dimostrato il suo spirito umanitario e solidale per correre in aiuto della paziente, dimostrandosi pronta in casi particolari e multidisciplinari come questo _ è il commento del Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, il dottor Armando Marco Gozzini _. Non è la prima volta, e sicuramente non sarà neppure l'ultima, che si mette in moto ponti umanitari come questo per facilitare l'accesso alle cure a tutti. Mi unisco al ringraziamento doveroso all'Arma dei Carabinieri per aver collaborato in maniera così decisivaâ.Mesi fa la bambina era rimasta coinvolta in un incidente domestico: l'acqua bollente di una pentola le era finita addosso, prima sul viso, dalla parte parietale destra, per poi interessare la spalla, il braccio, la mano e l'area toraco-addominale. Le cicatrici provocate dalle ustioni, dolorosissime e tamponate non in maniera adeguata in Somalia, avrebbero provocato conseguenze irreparabili per lo sviluppo della bambina: difficoltà motorie, la funzionalità degli arti, dal braccio alle dita, e quella dell'orecchio attaccato al cranio. Da qui l'intervento dei chirurghi plastici che hanno effettuato dei rilasci in zone cicatriziali, trapianti di pelle, piccole incisioni e altri dettagli clinici."L'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche ancora una volta si distingue per la grande professionalità e competenza dei professori e dei medici che vi lavorano e che, grazie alla loro attività , hanno permesso che si qualificasse per il terzo anno consecutivo quale miglior ospedale pubblico in Italia" ha dichiarato il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, esprimendo il proprio apprezzamento per le cure prestate alla piccola paziente di origini somale e ricordando che il diritto alla salute è uno dei diritti umanitari riconosciuti dall'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani dell'Onu, del 1948. âLa salute non ha confini e non può avere distinzioni di nazionalità , di condizione politica e sociale" ha spiegato, rimarcando l'importanza della "cooperazione internazionale" e il debito umanitario che i Paesi ricchi hanno nei confronti delle nazioni più povere.A capo dell'equipe di chirurghi plastici il professor Giovanni Di Benedetto: âQuando Naimo è arrivata si preoccupava di vedere tutti questi camici bianchi attorno a lei _ afferma con una leggera commozione il Direttore della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di AOUM _. Ora è tranquilla, fa sempre festa ed è una gioia vederla così. Senza il nostro intervento Naimo avrebbe avuto problemi in prospettiva con la sua crescita. Non riusciva a stendere il braccio e a piegare le dita della mano e in più aveva il padiglione auricolare attaccato alla parte parietale del cranio. Curarla senza il ponte di solidarietà attivato e reso possibile dall'Azienda Ospedaliera avrebbe comportato costi inaccessibili per la sua famiglia. Voglio ricordare, in particolare quanto il Tenente Colonnello Carmine Elefante si è speso per far sì che Naimo potesse arrivare da noi; senza il suo lavoro diplomatico presso le ambasciate e i consolati non sarebbe stato possibile arrivare all'obiettivoâ.Una volta affrontate e superate le pratiche diplomatiche, a inizio aprile la bambina è arrivata in Italia e dopo una prima valutazione è stata subito operata dalla squadra diretta dal prof. Di Benedetto; con lui il dottor Antonio Stanizzi e gli specializzandi Alberto Pau e Benedetta Zara, con la collaborazione del personale tecnico e infermieristico della Clinica di Chirurgia Pediatrica del presidio 'Salesi'. Importante anche il ruolo della Clinica di Neuroriabilitazione, rappresentata dalla Direttrice, la professoressa Maria Gabriella Ceravolo. Per la parte organizzativa, da sottolineare il grande impegno profuso dall'associazione delle 'Patronesse del Salesi'. Ora la piccola, accompagnata nel lungo viaggio dal Corno d'Africa ad Ancona dalla mamma e con la presenza dello zio che risiede nel nord delle Marche, sta bene. I problemi sono stati risolti, ma per mantenere lo status e garantire una crescita senza insidie per la bambina sarà necessario un secondo trattamento speciale per consolidare i progressi, da effettuarsi tra agosto e settembre prossimi.Grande collaborazione da parte di altre discipline cliniche: âRicordo quando Milena Fiore (storica Presidente dell'associazione 'Patronesse del Salesi', scomparsa di recente, ndr.) è venuta da me mostrandomi le foto di Naimo e di un'altra bambina ucraina e mi ha detto: 'professore, queste due piccole le dobbiamo portare ad Ancona'. Alla fine così è stato _ precisa il Direttore della Clinica di Chirurgia Pediatrica, il professor Giovanni Cobellis  . Questa storia rappresenta un bell'esempio di come l'AOU delle Marche sia un luogo di accoglienza per garantire cure di qualità a tutti i bambini, marchigiani, italiani e nonâ. Un concetto ribadito anche dal Preside della Facoltà di Medicina dell'Università Politecnica delle Marche, Mauro Silvestrini: âIo qui non rappresento con orgoglio soltanto l'università , ma anche una struttura pubblica in grado di fare certe cose. I nostri studenti hanno bisogno di imparare le basi accademiche e didattiche, ma anche a investire in umanità , a essere disponibili verso gli altriâ.Naimo è soltanto uno dei tanti pazienti pediatrici in arrivo da Paesi complicati curati nei vari presidi dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche: âSiamo un'azienda generosa, inclusiva, non discrimina, dà risposte e cura tutti. Tanti in passato sono stati gli interventi di elevato spessore garantiti a bambini e adulti in arrivo da ogni parte del mondoâ aggiunge il Direttore Sanitario di AOUM, Claudio Martini.Il Vice Presidente ha tenuto ad esprimere il proprio ringraziamento nei confronti dell'Università Politecnica delle Marche, dell'Arma dei Carabinieri, dellâ Associazione  Patronesse e della Fondazione Ospedale Salesi ETS, per la solidarietà e le cure prestate alla bambina. "L'Arma dei Carabinieri - ha detto - dimostra ancora una volta di essere un importantissimo corpo, tra i più amati dagli Italiani, che non solo garantisce sicurezza, ma si distingue ogni giorno anche per queste opere umanitarie e per la vicinanza alla popolazione, anche in situazioni di disagio. Desidero ringraziare a nome della Regione Marche, mio e del Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli, il tenente colonnello Carmine Elefante, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri di Ancona, il colonnello Roberto di Costanzo, Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Ancona e il Generale di Brigata Nicola Conforti, Comandante della Legione Carabinieri Marche, tutti gli uomini e le donne dei Carabinieri, in servizio e in pensione, per la loro missioneâ.Infine gli affetti della piccola Naimo, accompagnata in Italia dalla mamma, mentre il resto del nucleo familiare è rimasto in un sobborgo di Mogadiscio. In Italia ha avuto l'appoggio del cugino Ibrahim, da tempo residente a Fano. à stato lui a rivolgersi all'AOU delle Marche per aiutare Naimo: âPosso soltanto ringraziare tutti, i dirigenti, i medici, le Patronesse, i carabinieri, nessuno escluso. Se Naimo adesso stà bene è merito di tuttiâ.Puoi commentare l'articolo su Vivere Ancona
Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche