
Pesaro: Sicurezza in mare a rischio sulla spiaggia di levante, pattini di salvataggio obsoleti e attrezzature logore
Una segnalazione che suona come un campanello dâallarme per la sicurezza dei bagnanti sulla spiaggia di levante di Pesaro. Lâattrezzatura destinata al servizio di salvataggio, in particolare i pattini, risulterebbe in gran parte non idonea a garantire operazioni efficaci in caso di emergenza.
Secondo segnalazioni raccolte, molti dei pattini utilizzati lungo la costa sarebbero vecchi di oltre ventâanni, pesanti â in alcuni casi arrivando a oltre 130-140 kg â e soggetti a continui rattoppi per superare i controlli di routine. Alcuni interventi di manutenzione consisterebbero infatti in mere riparazioni estetiche: stucco, vernice e rinforzi precari che non migliorano né la galleggiabilità né la funzionalità dellâattrezzo.I problemi strutturali non sono pochi: pianali instabili, scalmi che si spezzano, remi danneggiati o troppo usurati, oltre a rulli e cime per il salvataggio ormai secchi e fragili a causa dellâesposizione al sole. Alcuni pattini risultano persino lasciati in stato di abbandono, con evidenti segni di degrado e inutilizzabili in condizioni di emergenza.L'utilizzo di mezzi così compromessi non è solo inefficace, ma potenzialmente pericoloso. Con mare mosso o forte corrente, caricare uno o due bagnanti in difficoltà su un pattino troppo pesante o mal funzionante può compromettere lâesito del soccorso. Il rischio di cedimenti strutturali in fase di recupero, come il crollo del pianale o la rottura di un remo, è concreto.Câè anche un aspetto normativo da considerare: chi svolge il ruolo di assistente bagnanti, per legge, non dovrebbe sollevare o manovrare carichi così gravosi. Eppure, per risparmiare una cifra che si aggira attorno ai 1700-1800 euro â il costo di un pattino nuovo â si continua a impiegare mezzi non idonei. Una spesa che, se divisa tra i diversi stabilimenti balneari della zona, risulterebbe facilmente sostenibile.Non mancano nemmeno segnalazioni su attrezzature complementari non omologate, come alcuni rescue-can, o danneggiate, come i rulli per il soccorso. E mentre visivamente molte attrezzature potrebbero apparire âin ordineâ, si tratterebbe solo di una facciata: la vera condizione emerge nel momento in cui vengono testate nella pratica, ad esempio provando a sollevare un pattino o simulando un recupero.Ogni stagione estiva, in questa porzione di litorale, si registrano uno o due decessi in mare. Un numero che non può essere ignorato. Se durante un salvataggio dovesse cedere lâattrezzatura, di chi sarebbe la responsabilità ?Il richiamo è forte e chiaro: servono controlli più rigorosi, tecnici specializzati in grado di valutare la reale idoneità dei mezzi, ma soprattutto serve il coraggio â e il senso di responsabilità â per sostituire ciò che non è più in grado di garantire la sicurezza. Perché la prevenzione non è mai una spesa, ma un investimento in vite umane.Puoi commentare l'articolo su Vivere Pesaro
Redazione Vivere Pesaro