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Riprende il processo per il crack di Banca Marche: ascoltato Bruno Inzitari, consulente della Cartabia

Dopo la pausa estiva è ripreso il processo sul crack Banca Marche con un testimone d’eccezione, il prof. Avv. Bruno Inzitari, oggi consulente del ministro di Giustizia Cantabria per la riforma del codice della crisi di impresa e dal 27.5.2014 ha ricoperto il ruolo di Commissario straordinario dell’Istituto marchigiano, per essere poi nominato liquidatore della stessa

Il prof. Inzitari da aprile 2013 a maggio 2014 era già stato nominato commissario di CariFerrara, banca che ha subito le stesse sorti di Banca Marche, prima commissariata e poi risoluta con il decreto salva banche nel novembre 2015. Interrogato per oltre 3 ore dall’avv. Corrado Canafoglia che patrocina oltre 3000 risparmiatori truffati, il prof. Inziatri ha riferito di essere il marito della dott.ssa Togna, responsabile della divisione intermediari finanziari presso Consob e di aver patrocinato nel 2010 la posizione di uno degli imprenditori inadempienti verso Banca Marche e ritenuto dalla Procura tra le cause del “maxi buco” in Banca Marche: nonostante ciò Inzitari non ha ritenuto di avvisare Bankitalia per eventuali incompatibilità.

Il teste ha riferito che i commissari erano meri esecutori delle direttive di Banca d’Italia durante il commissariamento di Banca Marche e che ogni decisione importante veniva adottata su input o comunque sempre con il placet dell’Istituto di via Nazionale. Ha quindi ricordato che Bankitalia ha erogato un prestito di 4 miliardi e 200 milioni a Banca Marche sostituendosi così nella posizione di creditore verso BCE: tale operazione si è poi conclusa con l’ingresso di Fonspa spa, istituto specializzato nell’acquisto di crediti deteriorati (NPL), che a sua volta è subentrata a Bankitalia quale creditore di Banca Marche senza però versare alcuna somma.

Momento di silenzio è seguito alla domanda avanzata dall’avv. Canafoglia sul fatto che l’ingresso di Fonspa nel prestito di oltre 4 miliardi avesse liberato Bankitalia nel rapporto verso Banca Marche, così costituendo una violazione della par condicio creditorum. Altro momento importante della testimonianza si è avuto quando il prof. Inzitari ha riferito che Banca Marche all’inizio del commissariamento a settembre 2013 non era in stato d’insolvenza, maturata solo con la liquidazione coatta amministrativa disposta dal governo Renzi e quindi allontanando da sé e dagli altri commissari ogni responsabilità relativa all’aggravamento della condizione precaria finanziari e patrimoniale di Banca Marche.

L’udienza è stata rinviata al 20 settembre per sentire il dott. Barbagallo, al tempo del crack Banca Marche vice governatore Bnakitalia ed oggi direttore dell’Asif autorità che presiede alle finanze del Vaticano.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giulia Mancinelli