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Civitanova: Il doppio no civitanovese alla violenza sulle donne

Due panchine rosse davanti a due simboli della città: la biblioteca, la casa di quella cultura che manca quando subentra la violenza, e l’ospedale, il luogo deputato alla cura di coloro che della violenza subiscono le conseguenze. Civitanova ha celebrato così la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Due distinte cerimonie a breve distanza fisica e temporale una dall’altra, un’occasione persa di unire e rendere più forte un messaggio che è unitario: non è tollerabile che ogni anno centinaia, migliaia di donne finiscano per essere vittime di coloro che dovrebbero amarle. Anche a Civitanova, come nel resto d’Italia, del mondo.

Alle 12 l’amministrazione comunale si è radunata in piazzale Cecchetti. La panchina centrale del parchetto, quella proprio di fronte all’attraversamento pedonale davanti all’ingresso della biblioteca, è stata colorata di rosso proprio stamattina e sullo schienale è stata affissa una targa: «Questa panchina rossa, colore del sangue, è il simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza». E subito di fianco il numero antiviolenza: 1522. «Anche Civitanova vuole lanciare un messaggio – ha detto il sindaco Fabrizio Ciarapica, affiancato dagli assessori Barbara Capponi e Roberta Belletti e dal presidente del consiglio Claudio Morresi – e riflettere su tutte le donne che non ci sono più, vittime di violenze inaudite come madri, figlie, sorelle, compagne. Anche Civitanova ha conosciuto delitti efferati causati da questi drammi. Ricordo il caso di Maria Pia Bigoni, che fu uccisa dal marito ormai otto anni fa, o quello della ragazza che tre anni fa fu colpita con l’acido dall’ex fidanzato. È un problema molto diffuso, serve un impegno da parte di tutti a promuovere la giusta cultura su questo tema a partire dalle generazioni più giovani».

Alle 12.30, invece, è stata svelata la panchina rossa donata dall’Ordine delle ostetriche di Macerata, posizionata a due passi dall’ingresso principale dell’ospedale cittadino. Alla cerimonia hanno presenziato la direttrice dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi, medici e infermieri del nosocomio ma anche il commissario capo della Polizia di Civitanova Fabio Mazza e la consigliera regionale Elena Leonardi. Un momento molto toccante, impreziosito dal racconto di alcune storie di violenza finite con la morte della vittima e la lettura del testo del “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè, ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni Cinquanta. Un’iniziativa che ci dà modo di lanciare un messaggio a quelle donne che non lo sanno ancora: arrivare in pronto soccorso non vuol dire mescolarsi a tutti gli altri pazienti, per le violenze di questo tipo c’è un percorso dedicato che può essere il punto di partenza per iniziare a voltare pagina e lasciarsi alle spalle un incubo che nessuna donna merita di vivere sulla sua pelle.

 

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Marco Pagliariccio