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Bora (Pd): “Straparlando di fondi europei, il consigliere Ciccioli si erge a tuttologo”

Se anziché essere così superficiale Ciccioli avesse approfondito la questione prima di lanciarsi in scomposti attacchi alla precedente Amministrazione regionale, avrebbe scoperto che sul passaggio a regione in transizione ha inciso una modifica ai criteri di ammissibilità da parte della Commissione Europea.

La categoria delle regioni in transizione si è allargata fino a comprendere tutte quelle con un Pil pro capite tra il 75 e il 100% della media Ue, mentre precedentemente la forchetta era 75-90%. Fino al 2014 le Marche erano abbondantemente sopra quota 100, ma l'anno successivo hanno perso quasi 10 punti: un crollo su cui hanno avuto un ruolo determinante le crisi del gruppo Merloni, del comparto calzaturiero del Fermano e del sistema bancario regionale con la messa in liquidazione coatta di Banca Marche. Situazione ulteriormente aggravata dal terremoto che ha colpito quasi tutta l’area interna della nostra regione. Al di là dell’orgoglio di Ciccioli, non credo che le imprese saranno dispiaciute, visto che questa variazione ha comportato un notevole aumento delle risorse disponibili, che atterranno prevalentemente al sostegno agli investimenti produttivi, agli investimenti per ricerca ed innovazione e a quelli volti allo sviluppo ed alla valorizzazione delle risorse umane per facilitare la transizione digitale ed ecologica della nostra regione. Le nostre imprese sono già pronte a cogliere questa grande opportunità. Ma, a quanto pare, la Giunta di centro destra ha paura di utilizzare le risorse messe a sua disposizione dall’Europa ed è per questo che attribuisce all’aumento di disponibilità finanziarie questa connotazione negativa. Il rischio che stiamo correndo è purtroppo evidente, già dimostrato dall’incapacità di gestione dei fondi della programmazione 2014/2020. Sarebbe stato necessario solamente accelerare le procedure di spesa di una programmazione ottimamente avviata e generosamente lasciata in eredità; purtroppo è accaduto esattamente il contrario. Siamo estremamente preoccupati pensando a quanto la conclamata incompetenza e l’immobilismo dell’attuale Giunta peseranno sulla programmazione dei fondi europei per il settennio 2021-2027, nonché sulla messa a terra delle risorse previste dal Pnrr. Ricordo che l’apparato di potere, senza meritocrazia, lasciato in eredità dalle giunte precedenti, come da Ciccioli recentemente definito, se effettivamente così inadeguato alle necessità incombenti e responsabile dei ritardi certificati dall’Agenzia di Coesione, poteva essere modificato in occasione della riorganizzazione delle strutture, già ben definita un anno fa. Riorganizzazione che in ogni caso ha visto la riconferma di tutte le figure apicali ben datate e risalenti anche all’epoca Spacca, le stesse che, a suo dire, impedirebbero oggi lo snello svolgimento delle procedure amministrative, colpevoli di aver ingessato l'apparato. Se poi è la meritocrazia quella che manca, perché non è stata svolta una prova selettiva per la nomina dei capi dipartimento, preferendo procedere a designazioni del tutto discrezionali? Non vedo l’ora di confrontarmi con Ciccioli su quello che è stato il Modello Marche, affossato non dalla precedente giunta ma dalla globalizzazione che ha schiacciato e sotterrato le nostre piccole e medie imprese e che la guida di centro sinistra ha sempre sostenuto con riforme che il centro destra ha continuato a portare aventi. Posso affermare, senza timor di smentita, che le politiche attivate tra il 2016 e il 2020 sono state tutte volte a salvaguardare l’innovazione, la competitività e l’internazionalizzazione delle imprese e, per quanto possibile, incrementare l’occupazione. A dimostrazione di questo anche i risultati di uno studio pubblicato da Il Sole 24 Ore che conferma le performance trainanti delle imprese marchigiane di allora posizionando la nostra regione al 6° posto nella classifica nazionale. Avrei modo inoltre di chiarire con lui che anche nel 2018 i dati relativi ai conti economici territoriali evidenziavano come la nostra regione fosse la prima d’Italia per tasso di crescita, con un incremento del Pil pari al 3% e addirittura del 4,8% per il biennio 2017-2018. Ottimi risultati che sono il frutto non solo della quantità, ma soprattutto della qualità degli interventi messi in campo dall’Amministrazione Ceriscioli. Mi rivolgo infine al Presidente Acquaroli commentando le sue ultime trovate. Vorrei ricordare che nel 2021 la Svim ha svolto le stesse funzioni di controllo per la liquidazione dei fondi comunitari, in particolare quelli relativi al Fesr, avendo le medesime competenze in materia della rinnovata Svem. Inoltre, questo continuo insistere nel leggere le risorse aggiuntive per la ricostruzione post sisma e il passaggio in transizione come una sorta di penalizzazione è sbagliato. Acquaroli dovrebbe piuttosto apprezzare i risultati ottenuti dalla precedente giunta regionale, che hanno garantito maggiori risorse, tra l’altro quasi tutte impegnate. Per onestà intellettuale farebbe bene a riconoscere come una responsabilità del suo esecutivo il non essere stati in grado di seguire con sufficiente attenzione l’avanzamento degli investimenti.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


Manuela Bora Consigliera regionale del Partito Democratico - Assemblea Legislativa delle Marche