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Le diocesi di Senigallia e Loreto insieme alla Prefettura per accogliere i profughi ucraini

Il progetto di accoglienza che ha visto le Caritas delle Diocesi di Senigallia e Loreto fare rete con la prefettura. Il risultato sono stati 183 profughi ucraini che hanno potuto trovare un tetto e tanti strumenti di integrazione

Il 20 luglio è stata la Giornata Mondiale del Rifugiato, una data che il Prefetto di Ancona, Darco Pellos, ha voluto celebrare dando risalto all’iniziativa che ha visto coinvolte le Diocesi di Senigallia e Loreto, assieme a numerose associazioni del territorio, nel creare delle strutture destinate ad accogliere i cittadini ucraini, costretti ad abbandonare la propria patria a causa del conflitto contro la Russia. In particolare, grazie alla proficua collaborazione con la Prefettura di Ancona sono stati allestiti tre strutture che offrono ospitalità temporanea a ben 108 cittadini ucraini. Un numero che include molte famiglie e quindi donne e bambini, giunti in Italia senza nessun contatto e dopo aver abbandonato in patria tutto ciò che aveva caratterizzato la loro vita finora. La forma individua è stata quella dei centri CAS, strutture di accoglienza destinate prettamente ad accogliere la popolazione ucraina che ha fatto domanda di protezione internazionale. A mancare erano le strutture, una criticità a cui hanno risposto le Caritas delle Diocesi di Senigallia e Loreto, assieme alla Fondazione Giacomelli di Senigallia e l’Associazione Aoupi.Sono 50 i posti letto messi a disposizione in una struttura alberghiera dalla Fondazione Giacomelli nella città di Loreto, altrettanti i posti letto ottenuti dalla donazione alla causa di un ex monastero delle Orsoline a Loreto, messo a disposizione dall’associazione Aoupi, mentre altri 8 posti sono quelli di una piccola struttura presso Montemarciano. L’accoglienza non si esaurisce con il mettere a disposizione un tetto e i pasti, ma si cerca di rispondere alle necessità sia fisiche che morali dei rifugiati, in primis dei tanti bambini che in Italia hanno trovato campo dalla guerra. Aggregazione, lezioni di italiano e supporto psicologico, ma anche inserimento scolastico e centri estivi per i più giovani, ta le tante attività fornite. «Con questo impegno celebriamo alcuni dei valori fondanti della nostra Costituzione: solidarietà, volontariato e gratuità delle azioni- osserva il Prefetto di Ancona Darco Pellos – Le risorse messe in campo sono efficienti strutture alberghiere. Chi soffre non deve vivere anche una situazione di disagio. Dobbiamo costruire strutture belle dove l'accoglienza sia ben fatta e tutela della dignità delle persone. Pensiamo a fare piccole cose, ma quotidianamente e bene, con il migliore degli impegni».Condivide lo spirito del Prefetto anche Monsignor Francesco Manenti, vescovo di Senigallia: «Questa guerra ci mette davanti al bisogno di una persona che soffre di essere soccorsa e messa nelle condizioni di recuperare anche la propria dignità. Questo è quello che la Caritas di Senigallia si è impegnata fare. Anche con un lecito orgoglio nel vedere una realtà di volontariato onorare l'impegno della Caritas. Un impegno generoso e anche intelligente che sa risposte adeguate e pertinenti».Un pensiero confermato anche dal Direttore generale della Caritas di Senigallia, Giovanni Bomprezzi: «Lavorare in rete partendo dalle istituzioni permette una Carità intelligente In questo periodo è stato per noi un miracolo lavorare con la Prefettura assieme a più Diocesi e Caritas del territorio. Non è facile lavorare insieme ma si ottengono risultati più importanti».«Abbiamo subito potuto con stare la bontà nella accoglienza della nostra gente, ma dopo l'impulso serviva una struttura- racconta l’Arcivescovo di Loreto Fabio Dal Cin- Il bene va fatto bene. Occorreva dare una struttura a queste persone che hanno tanto sofferto, perso la loro casa la loro famiglia e il loro lavoro. Quando l'emergenza è arrivata il lavoro con la Prefettura è stato importante per garantire il meglio ai nostri fratelli e sorelle. Ringrazio le istituzioni per questa sinergia che ci permette di fare al meglio il nostro servizio».Soddisfatta anche la Prefettura di poter condividere questo percorso di accoglienza assieme alle due Diocesi e le Caritas della Provincia: «Quello che stanno facendo le Caritas è dare risposta alla preghiera di “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Non danno solo cibo, ma il di più. Non solo carità ma anche amore» ha concluso il Prefetto Pellos. Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


filippo alfieri