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Combattiamo il razzismo con Elizabeth Egharevba: ‘’Non bisogna mai stare zitti e occorre denunciare sempre’’

Vivere Senigallia prosegue gli incontri con i protagonisti del mondo sportivo. In quest’occasione abbiamo incontrato Elizabeth Egharevba, giovane calciatrice italiana di seconda generazione (classe 2007, madre nigeriana e padre brasiliano) dell’Ancona Respect. Di recente è stata purtroppo vittima di uno spiacevole episodio nel quale, durante una partita di calcio, ha subito insulti razzisti. Ci racconta la sua passione per il calcio affrontando l’importante tema della lotta contro il razzismo.

Quando e come nasce la tua passione per il calcio?È nata un po’ controvoglia; è successo 5 anni fa quando ho incontrato delle mie amiche di infanzia davanti all’Heval che si trova agli archi di Ancona (posto di incontri della mia società). In quell’occasione mi dissero di venire a fare una prova (io non seguivo il calcio e non mi piaceva, ma accettai comunque) e facendo prove su prove notai che ero abbastanza portata a giocare perciò continuai e divenne parte di me. Con il passare del tempo andare ad allenarmi mi rendeva felice, spensierata e soprattutto miglioravo sempre di più. Qual è l’episodio più bello legato a questa disciplina che ricordi con maggiore piacere?In questa disciplina ci sono stati molti episodi belli: le trasferte, i tifosi che dopo ogni giocata/parata esultavano e ti facevano dei complimenti, giocare in generale. La cosa però più bella è il legame tra me, le mie compagne e il mio mister. Non c’è solo un rapporto professionale, ma anche molto amichevole. Nella mia squadra si può parlare di tutto senza vergogna. Hai una giocatrice preferita alla quale ti ispiri e che prendi come riferimento?Onestamente ho due giocatrici, ma se dovessi parlare dei miei giocatori preferiti non finirei mai di parlare; comunque le mie giocatrici preferite sono Alisha Lehman che gioca per l’Aston Villa Women Football Club e la nazionale calcio della svizzera e Sakina Karchaoui che gioca al Paris Saint Germain.Purtroppo recentemente sei stata vittima di uno spiacevole episodio di razzismo, nel quale un genitore della squadra avversaria presente fra la tifoseria, in merito a una contestazione legata a un calcio di rigore, ti ha rivolto frasi di odio razziale: purtroppo nel contesto sportivo (e calcistico nel tuo caso) non si è nuovi a situazioni del genere: qual è il tuo pensiero generale su questi episodi di discriminazione e violenza? E cosa suggeriresti a chi vive queste situazioni? Purtroppo ancora oggi ci sono certi casi e certe situazioni che non dovrebbero succedere, ma come dico io non tutti siamo dotati di intelletto funzionante; io in primis sapendo di essere intelligente non me la prendo più così tanto, ma ogni volta che mi succederà una cosa del genere denuncerò il fatto e non starò mai zitta. Molti ragazzi, adolescenti, sono vittime di bullismo, violenza verbale, razzismo e non tutti ne escono completamente integri o non ne escono proprio e decidono di compiere atti non molto belli (come per esempio deprimersi, episodi di autolesionismo, problemi alimentari e altre condotte che nei casi peggiori portano al suicidio). Io consiglio a tutte le persone che assistono a queste situazioni di non stare zitti, di rifiutare l’omertà, perché stare zitti ti rende più colpevole delle persona che compie l’atto. Anche ai ragazzi che invece ne soffrono dico: non dovete mai stare zitti! Non offendetevi, reagite, denunciate, sensibilizzate e fate molto altro. Più noi ci buttiamo giù, più la persona che cerca di ferirci sarà contenta; e ricordatevi chi vi insulta è perché è infelice, non ha una bella vita, ha problemi con se stesso e soprattutto per colmare il suo vuoto vuole vedere altra gente soffrire. Molto spesso una delle cause principali della manifestazione di tali atteggiamenti, è legata all’ipotesi (errata) per la quale l’essere umano sia diviso in ‘’razze’’, secondo cui esisterebbe una gerarchia naturale che si baserebbe sul concetto che una razza sia superiore o inferiore all’altra per caratteristiche fisiche, intellettuali, etiche e morali. A tuo avviso come si potrebbe combattere questo stereotipo?Questo stereotipo non si abbatterà mai se la gente rimane ignorante, bisogna acculturarsi, leggere, studiare, creare sillogismi, domandare e provare per poter capire le cose. Sono sicura che la gente quando leggerà questa intervista si chiederà: “ma come fa questa ragazzina ad usare certe parole, poi parla benissimo l’italiano per essere nera” , questa frase mi è stata ripetuta mille volte, io sono “intelligente” perché ho deciso di esserlo, per poter comprendere tutte le cose al meglio, se sei ignorante è perché decidi tu di esserlo. Obiettivi e ambizioni per il futuro?I miei obiettivi sono abbastanza ampi, io adesso studio all’alberghiero, vorrei finire i 5 anni per poi cambiare direttamente studi, vorrei studiare psicologia o medicina per diventare psicoterapeuta o medico legale, ovviamente mentre studierò medicina o quel che sarà all’università dovrò mantenermi e lo farò lavorando nel settore che ho studiato alle superiori. La mia stupidità è stata quella di scegliere l’alberghiero per passione e non ho pensato completamente al futuro, per la scuola che sto facendo adesso sono molto portata, anche molto, ho voti ottimi, comportamento ottimo ecc… però potevo scegliere altro, ma va bene così, farò del mio meglio per raggiungere i miei obiettivi senza abbandonare le passioni e i doveri. Poi ovviamente se esco dall’alberghiero e mi trovo un lavoro dove guadagno molto continuerò a fare quello. Il mio unico obiettivo nel futuro è non soffrire, non avere nessuna mancanza di soldi (economica in generale) e soprattutto aver la possibilità e fare quasi tutto quello che voglio.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Edoardo Diamantini (@vivere.news)