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Morte del piccolo Francesco per otite curata con omeopatia, conferma la condanna per Mecozzi

La Corte di Appello penale di Ancona riconosce la responsabilità penale di Massimiliano Mecozzi, il medico omeopata accusato di aver causato la morte del piccolo Francesco Bonifazi.

La vicenda risale al maggio 2017 quando il piccolo Francesco di 7 anni veniva trattato dal dottor Mecozzi di Pesaro per un’otite con prodotti omeopatici. La malattia del bimbo si protraeva per oltre 20 giorni, aggravandosi fino a provocarne la morte per l’ascesso encefalico. Durante l’evoluzione della malattia, secondo la ricostruzione della Procura, Mecozzi consigliava alla famiglia Bonifazi di trattare il figlio con prodotti omeopatici, sconsigliandoli dall’utilizzare antibiotici e di ricorrere alle cure ospedaliere, alle quali in ultima istanza i genitori si sono rivolti una volta visto l’aggravarsi delle condizioni sanitarie e la sofferenza a cui il piccolo Francesco era sottoposto. Iniziava così un lungo iter giudiziario che vedeva il Tribunale di Ancona condannare il medico per grave negligenza, consistita nel “non aver seguito i protocolli medici dettati dal Ministero della Salute, che impongono di fronte ad un’otite in un minore una vigile attesa nei primi tre giorni durante i quali è possibile prescrivere anche trattamenti omeopatici, ma una volta aggravata la condizione clinica del malato obbligano il medico di prescrivere un adeguato trattamento antibiotico”.Il Tribunale penale di Ancona aveva condannato Mecozzi a 3 anni di reclusione ed a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, oltre a statuizioni civili. Il medico aveva impugnato la sentenza ritenendo che l’istruttoria dibattimentale del giudizio di primo grado non avesse provato il nesso di causalità tra la morte del giovane Francesco e l’otite. A contestare questa posizione l’Unione Nazionale Consumatori, patrocinata dall’avv. Corrado Canafoglia coadiuvato dal prof. Enrico Bucci e dal prof. Matteo Bassetti, che hanno prodotto una corposa documentazione dalla quale è emerso che il caso del piccolo Francesco non era un caso isolato, ma era stata già preceduta da episodi analoghi nei quali i pazienti si allontanavano o rifiutavano la medicina tradizionale per seguire le indicazioni di medici omeopati e da tale scelta derivava la morte dei pazienti.Ultimo episodio analogo nel giugno 2023, quando in provincia di Lecce di fronte a una febbre di un bimbo di 15 mesi i genitori, noti non vax, lo portavano da un medico che gli consigliava soluzioni omeopatiche e da lì arrivò il decesso del piccolo paziente.La Corte di appello di Ancona, presieduta dottoressa de Carlo, ha confermato oggi la sentenza di condanna del Tribunale, rigettando l’appello ed accogliendo la tesi della Procura della Repubblica sulla responsabilità medica del dr. Mecozzi, sostenuta dai familiari del piccolo e dall’Unione Nazionale Consumatori che nel processo ha supportato tecnicamente la tesi accusatoria.“La pronuncia odierna è la conferma che di fronte a malattie bisogna ricorrere alla medicina tradizionale per evitare l’aggravarsi delle stesse sino al caso morte. L’Unione Nazionale Consumatori da anni svolge un’intensa attività volta a contrastare pratiche che interferiscono con la salute umana e si allontanano dai protocolli medici dettati dal Ministero della Salute “ chiosa l’avv. Corrado Canafoglia, legale dell’Unione Nazionale Consumatori.“Questa sentenza è un tassello importante nell’accertamento della verità di un fatto estremamente grave che ha colpito una famiglia intera” conclude l’avv. Federica Mancinelli legale del nonno del piccolo Francesco, Maurizio Bonifazi, il quale alla lettura della sentenza ha mostrato profonda commozione ed affermando “Oggi potrò andare a trovare mio nipote al cimitero con la serenità nel cuore che la giustizia sta facendo il suo corso”.La Corte si è riservata 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza ed è prevedibile il ricorso in cassazione da parte della difesa del medico.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giulia Mancinelli