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Inaugurata in Vaticano la mostra 'Meraviglie dalle Marche'

Inaugurata giovedi in Vaticano la mostra “Meraviglie dalle Marche”, una straordinaria rassegna curata da Costanza Costanzi, Giovanni Morello, Stefano Papetti e composta da un significativo ed importante nucleo di capolavori dell’arte provenienti dai Musei della Regione Marche.



Sono allestite nel prestigioso Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro opere di Raffaello, Crivelli, Lotto, Sebastiano del Piombo, Guido Reni, Guercino, Maratta, Rubens, Tiziano, Melozzo da Forlì, Il Sassoferrato e Mattia Preti. Le opere dei grandi maestri dell’arte sono affiancate dai capolavori di artisti del passato meno conosciuti, ma non di meno suggestivi e sorprendenti, fra cui, Andrea Lilli, Francesco Podesti, Olivuccio di Ciccarello, Girolamo Denti, Adolfo De Carolis, Simone De Magistris.





L’evento, presentato oggi in Vaticano dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, da monsignor Claudio Giuliodori vescovo di Macerata e presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della Cei, dal curatore della mostra Giovanni Morello, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini, nasce dalla volontà della Regione Marche e della Direzione della Pinacoteca Comunale di Ancona di offrire, nel tempo della chiusura della Pinacoteca anconetana per importanti lavori di ristrutturazione, una continuità di fruizione al pubblico, nazionale e internazionale, del patrimonio artistico della città di Ancona e della Regione Marche. La rassegna è completa nella sua essenza di percorso dell’arte anche in virtù delle fattive collaborazioni e dei contributi del Museo Civico e del Museo Diocesano di Ascoli Piceno, del Polo Museale San Francesco, Comune di Montefiore dell’Aso – rete museale Musei Piceni, della Pinacoteca Civica di Fermo, della Pinacoteca Civica di Macerata, del Museo Diocesano di Ancona, della Pinacoteca Civica di Fabriano, della Pinacoteca Comunale di Jesi, del Museo- Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, del Complesso Museale di S. Maria Extra Muros di Sant’Angelo in Vado, del Museo Diocesano e della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, dei Musei Civici di Pesaro e della Pinacoteca Comunale di Fano.





“Questa mostra – ha detto all’inaugurazione il presidente Spacca - è un’occasione straordinaria per far conoscere la regione Marche, i suoi beni culturali e la sua tradizione pittorica. Abbiamo voluto offrire straordinari capolavori dell’arte alla conoscenza del pubblico nazionale e internazionale, essendo internazionale il luogo che li ospita e l’estensione del progetto. Dopo il Vaticano la mostra farà infatti tappa a Buenos Aires e in altre località del Sud America, grazie anche al sostegno di alcuni imprenditori argentini. Le Marche sono dotate di straordinarie bellezze paesaggistiche e culturali che, anche attraverso questa mostra, vogliamo far conoscere di più non solo al resto del Paese e al mondo, ma anche ai marchigiani stessi, affinché la loro grande tradizione possa renderli più orgogliosi di sé per un maggior protagonismo”. Spacca ha ricordato che “Meraviglie dalle Marche” non è la prima mostra realizzata dalla Regione al Braccio di Carlo Magno. “Questa prestigiosa sede – ha detto – ha infatti ospitato anche la mostra su Padre Matteo Ricci che ha avuto, come accadrà per l’evento che inauguriamo oggi, anche delle tappe all’estero, in Cina. Dietro l’interpretazione della nostra vita, letta dalla pittura e dalla cultura, c’è infatti il desiderio di un dialogo più grande che abbraccia ormai tutte le realtà del villaggio globale. Il nostro futuro si gioca sulle relazioni e sul confronto tra persone che, anche attraverso l’arte, vogliono costruire insieme una prospettiva di crescita in una dimensione internazionale. Questo è il significato della mostra”.





La selezione di capolavori provenienti da più musei e raccolte d’arte dell’intera Regione Marche va dalla fine del XIV secolo fino al primo Novecento e si presenta con un carattere di eccezionalità concentrando nello stesso spazio una serie di opere-meraviglie così come recita il titolo stesso della mostra, che si presenta come duplice opportunità di conoscenza per il pubblico perché consente, in primis, di ammirare un percorso espositivo formato da incantevoli opere d’arte, ma è, altresì, l’occasione per compiere un percorso di conoscenza facilitato nel copioso tesoro che i grandi Maestri dell’arte hanno lasciato nelle Marche.





“E’ una selezione prestigiosa di opere di grandi autori marchigiani e nazionali – ha commentato l’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini - che hanno lasciato sedimenti culturali significativi lungo cinque secoli su tutto il territorio regionale. Non esiste città o paese nelle Marche – da Urbino ad Ascoli Piceno – che non possieda un capolavoro. Molte di queste perle sono qui oggi ammirabili in un luogo importante di Roma. Ma questa mostra rappresenta anche la capacità delle Marche di esportare qualità nell’Arte come nell’ambiente e nel vivere. Nel contempo questo concentrato di capolavori diventerà attrattore di un turismo culturale qualificato e moltiplicatore della conoscibilità della nostra regione. Sono soddisfatto inoltre che oggi si cementi una collaborazione con la Santa Sede per diffondere la cultura marchigiana, una collaborazione che proseguirà nelle prossime settimane quando al Braccio di Carlo Magno presenteremo in tre diversi eventi la stagione estiva culturale delle Marche: i festival (Presaro, Fabriano e Civitanova),le stagioni liriche e la stagione teatrale”.





La mostra vaticana presenta soprattutto opere di carattere religioso. Ciò non è frutto di una scelta voluta, o imposta dal luogo dove la mostra si svolge, bensì dalla realtà delle cose. Almeno fino al XVIII secolo, in Italia, ma non solo, la maggior parte delle opere dipinte o affrescate sono infatti di soggetto religioso. Ma nella mostra sono presenti anche alcune opere a soggetto di storia o di carattere laico, come l’espressivo ritratto di Francesco Arsilli dipinto a Roma da Sebastiano del Piombo, che ritorna sia pur provvisoriamente nella città in cui venne realizzato.

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