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Ancona: Fine Mandato: Mancinelli “Io capitano di una squadra che ha ridato alla città la sua identità”

Bilancio di fine mandato per la giunta Mancinelli. La sindaca ripercorre i punti che hanno contraddistinto i 10 anni dei suoi due mandati: “In un momento in cui tutti i comuni avevano bilanci tagliati siamo riusciti a trovare i fondi grazie a bandi nazionali ed europei. Ora sarà facile fare manutenzione ordinaria”

È stata per 10 anni la prima cittadina di Ancona e nella mattina di venerdì 10 marzo il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli ha convocato una conferenza stampa per presentare il bilancio di due mandati alla guida del Capoluogo Dorico.«Sono sempre stata raccontata come una donna sola la comando. Questo non è vero- spiega la sindaca, circondata per l’appunto da tutti gli assessori della giunta comunale- Fin dall’inizio, nel 2013 siamo stati una squadra: sindaco, assessori e consiglieri comunali. Una coalizione non solo politica, ma di governo. Vincere le elezioni è stato il mezzo per governare la città con le idee che avevamo in mente. Io sono il capitano di questa squadra e nessun capitano, anche se bravo, può andare lontano senza una squadra forte».INTERVENTI IMPORTANTIRitorna al 2013 Valeria Mancinelli, quando da neo eletta si confrontò con un programma da mettere in campo: «Al nostro arrivo trovammo una città che aveva bisogno di importanti interventi di manutenzione straordinaria e riqualificazione. Molte delle realizzazioni compiute nei decenni precedenti avevano una “età” che richiedeva questo: oltre 60 edifici scolastici, oltre 50 impianti sportivi, tra i quali il Dorico e il Del Conero, i 2 Teatri, i 12 cimiteri e i 4 mercati coperti, le Piazze e gli oltre 500 chilometri di strade urbane, i grandi parchi cittadini. Occorreva intervenire per la vivibilità da parte dei cittadini ma anche per rendere più attrattiva la città.LA CACCIA AI SOLDIAncona come tutti i comuni Italiani si trovava ad affrontare le proprie sfide in un contesto successivo alla crisi economica, di tagli e divieti di spesa alle amministrazioni locali. È dalla limitata capacità di spesa autonoma delle casse comunali che nasce quella che la sindaca definisce “La caccia ai soldi”: «concorrendo a tutti i bandi possibili, statali ed europei, e abbiamo portato a casa tante risorse (dal Bando aree degradate al Bando euroeo ITI-Waterfront, al Bando Periferie, ai bandi Ministeriali su trasporto pubblico ed edilizia scolastica, e, da ultimo, al PNRR. Queste risorse hanno consentito interventi altrimenti impossibili, dalla riqualificazione del quartiere Archi e Borgo Pio, all'autostazione dell’ex Verrocchio e all'ex Dreher, alla nuova illuminazione fronte mare, alla passeggiata di via XXIX Settembre, ai progetti su Sacello medievale e porto Traianeo, ai tantissimi interventi sugli edifici scolastici. Ora con il PNRR sono stati finanziati la riqualificazione del Mercato delle Erbe, il completamento della Mole, la riqualificazione della Biblioteca Benincasa e del Palaveneto, il completamento della Pinacoteca. Abbiamo infine potuto dare corso al programma di acquisto di 50 nuovi bus elettrici, totalmente finanziato dal Ministero.L’IDENTITÀ DI ANCONA«Mi hanno chiesto se Ancona soffra di un complesso di inferiorità rispetto al suo ruolo. Non credo. Ma ricordo che nel 2013 questa città aveva molti dubbi sulla sua identità. Si chiedeva quale fosse il suo ruolo, cosa la rendesse unica, diversa ad esempio da Pesaro o Perugia o Bologna. La risposta l’abbiamo trovata nel Porto. Ancona è una città di mare, portuale. Così come lo è stata per 2500 anni continua ad essere anche nel terzo millennio. Un elemento identitario che è nella consapevolezza della comunità cittadina è non solo un elemento economico. Quella presenza così forte, persino ingombrante sul piano fisico, segna l’essenza della città e ne attraversa la vita quotidiana».UN’AUTOCRITICANon manca qualche rimpianto in questi 10 anni: «Una cosa a cui avrei e avremmo voluto dedicare più attenzione è sicuramente un rapporto più strutturato con le forme di partecipazione e di volontariato attivo. Ci sono state tante esperienze forti e fortissime, ma non ce l'abbiamo fatta a strutturare questo rapporto. Per esempio ad avere risorse e personale dedicato. Non è successo per disattenzione o non volontà, ma quando la coperta corta è l’urgenza incalza ci si lascia sempre indietro qualcosa».I GRANDI INTERVENTI DELLE GIUNTE MANCINELLICosa resterà ad Ancona del decennio mancinelliano? Tra gli interventi più significativi e che disegneranno il futuro della città si possono citare le riqualificazioni di Passetto e Piazza Cavour, lo stadio Dorico e il Del Conero, la nuova piscina di Ponterosso e una parte dell’edilizia scolastica, come gli interventi necessari su mercati, su altri impianti sportivi e piazze cittadine e, da ultimo, al mercato di Piazza D’Armi.Investimenti che hanno avuto un prezzo per la città: «Le risorse per la manutenzione ordinaria ne hanno sofferto e per quanto si sia fatto moltissimo anche su questo piano, le necessità sono ancora numerose: nei prossimi anni sarà possibile risalire, perché gran parte degli interventi “grandi” saranno già stati “fatti e spesati”».I GRANDI CONTENITORIAncona aveva come tutte le città, numerosi e grandi contenitori urbani pubblici e privati, che avevano perso le precedenti funzioni e andavano riutilizzati per nuove funzioni: Ex Metropolitan, Ex Umberto I, Ex Palazzo Provincia, Ex IPSIA, EX Stracca, Ex Lancisi. Non bastava disegnarle sulla carta, occorreva trovare soldi e investitori pubblici e privati e creare le condizioni perché arrivassero. Abbiamo approvato le varianti urbanistiche che hanno sbloccato ex Umberto I ed ex Metropolitan, dato attuazione al PRG con la riqualificazione a cura di privati ed altri soggetti pubblici di ex Ipsia ed ex Stracca, condiviso e sostenuto con nostri rappresentanti l’accordo tra Provincia e Università per il recupero dei due palazzi della Provincia. Su altri contenitori si sta lavorando, a partire dall'ex Savoia”.TROPPI CANTIERIUno dei risultati dell’attività di governo della Giunta è stato quello di aprire molteplici cantieri, che soprattutto nelle ultime settimane, andandosi a sommare non hanno mancato di creare disagi in città e accuse di lavori utili alla campagna elettorale. Critiche a cui la sindaca non manca di rispondere: «I tempi non sempre si decidono pianificando a tavolino. Non dipendono solo dal Comune. Dipendono ad esempio da quando ti vengono assegnati i soldi da fondi statali o europei. Questo lo decidono gli altri e non è detto che si mettono d'accordo per coordinarsi. Per non parlare di casi come l’ex Ipsia e l’ex Stracca.  I lavori sono stati realizzati dall’Inail e da un privato. Entrambi avevano il diritto di avviare i lavori quando volevano senza che l’amministrazione potesse opporsi. Il vero tema è che se si vuole lavorare bisogna fare i conti anche con queste contraddizioni. La scelta è tra far rimanere la città ingessata nel degrado horror o fare di tutto per far partire gli interventi pubblici e privati».IL FUTURO DI VALERIA MANCINELLISi chiude un epoca per la città, ma anche per la donna che l’ha guidata per 10 anni. Cosa farà Valeria Mancinelli al termine del suo mandato da sindaca? «Tornerò a fare l’avvocato. Ho sempre voluto mantenere il mio lavoro nonostante l’impegno richiesto dalla carica e tornerò a farlo a tempo pieno» E la politica? «Mi prenderò sicuramente qualche mese di pausa, ma non abbandonerò mai. Continuerò sempre a promuovere la mia idea di fare una politica utile, è una missione che ho dentro e che continuerò».Puoi commentare l'articolo su Vivere Ancona


filippo alfieri