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Taiwan, Cina, Corea del Sud. Ma anche Stati Uniti, Inghilterra e Marocco. Sono questi i mercati che hanno visto crescere di più nel 2022 le esportazioni marchigiane

Taiwan, Cina, Corea del Sud. Ma anche Stati Uniti, Inghilterra e Marocco. Sono questi i principali mercati che hanno visto crescere nel 2022 p le esportazioni marchigiane. L’export verso gli Stati Uniti ha registrato un balzo di 1,5 miliardi di euro, pari al 156,2 per cento. Sistema moda, agroalimentare, imbarcazioni e meccanica i principali settori di crescita commerciale. Viene sostituito ampiamente il mercato russo che, per effetto delle sanzioni, perde 57,4 milioni di euro (-18,8 per cento).

Verso il Regno Unito le imprese marchigiane hanno esportato prodotti per 1,8 miliardi di euro (+295,1 per cento).Ad affermarlo Cna e Confartigianato Marche, che hanno elaborato i dati Istat sui trenta principali Paesi di destinazione delle esportazioni marchigiane.Le merci corrono anche verso il Sud Est asiatico. L’export verso la Cina passa da 299 a 772 milioni di euro (+157,9 per cento), quello verso la Corea del Sud sale da 103 a 722 milioni di euro (+598,9 per cento e quello verso Taiwan vola da 32 a 578 milioni di euro (+1.673,8 per cento). Da segnalare anche l’exploit dell’export verso il Marocco che passa da 48 a 167 milioni di euro (+244,7 per cento.In testa, tra i Paesi importatori dalle Marche c’è il Belgio che passa da 851 milioni a 3,8 miliardi di euro (+349,8 per cento) ma gran parte delle merci esportate dalle Marche sono farmaci che partono dalla filiale Pfizer di Ascoli Piceno.Complessivamente la crescita dell’export marchigiano riguarda tutti i trenta principali Paesi importatori. Sole eccezioni la già citata Russia e l’Arabia Saudita che scende da 144 a 133 milioni di euro  (-7,5 per cento).“I lusinghieri risultati ottenuti sul fronte dei mercati esteri” commentano Cna e Confartigianato Marche “premiano la dinamicità dei nostri imprenditori che hanno saputo riconvertire le loro produzioni verso mercati alternativi a quelli bloccati dalla guerra in Ucraina. Fondamentale anche l’attività sinergica della Regione, della Camera di Commercio e delle associazioni di categoria, che hanno seguito e sostenuto gli imprenditori marchigiani nelle Fiere in Italia e all’estero, a partire dal Micam, che ha rilanciato il nostro sistema calzaturiero. Occorre proseguire su questa strada, intensificando la collaborazione tra l’Atim regionale, le Aziende Speciali della Camera di Commercio e le associazioni degli imprenditori.”Ricordiamo che ’export delle Marche nel 2022 ha registrato un +82,0% corrispondente a 10,3miliardi di euro in più, sufficiente a portare la nostra regione al primo posto per la crescita delle esportazioni e a quasi raddoppiare in un solo anno il peso delle Marche sull’export italiano (dal 2,4% al 3,7%).Se però si considera il dato dell’export marchigiano al netto delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (che nella regione riguardano l’attività di una nota multinazionale del settore), si vede che l’export delle Marche aumenta nel 2022 del 22,7%, facendo comunque assai meglio rispetto al dato nazionale depurato allo stesso modo dell’export farmaceutico (+18,4%).Nel 2022, le esportazioni delle Marche sono cresciute più decisamente in alcuni settori chiave delle produzioni regionali: i mezzi di trasporto e, in particolare, navi e imbarcazioni (+ 720 milioni pari a +253%), il sistema moda (tessile abbigliamento e pelli calzature: + 560milioni pari a +31,0%), e in particolare pelli e calzature (+348milioni pari a +34,0%); Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


CNA