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Settore Assicurativo: la nuova normativa Solvency II

In che modo le scelte effettuate nei grandi centri di potere come Roma o Milano finiscono per ripercuotersi anche nella provincia come può essere quella marchigiana? E quali in particolare sono gli effetti di tali di decisioni quando si discute di assetti di un settore molto specifico e circoscritto come quello delle assicurazioni?


Si trova risposta a queste domande andandosi a vedere quelli che sono stati i risultati di un convegno tenutosi ai primi di febbraio presso i locali dell’università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Il tema del convegno è stato l’applicazione in Italia della nuova normativa Solvency II, un insieme di regole a cui a partire dal 2016 dovranno attenersi tutte le compagnie assicurative, e che va a fornire alcune linee guida nella gestione dei rischi, della tutela del patrimonio e della solvibilità (un approfondimento lo trovi qui).



Tre punti importanti che non riguardano solo gli equilibri del classico rapporto commerciale tra compagnia ed assicurato, ma che invece danno spunti di riflessione alla luce dei quali ripensare al modo stesso con cui sono organizzate le varie compagnie. Una valutazione quest’ultima che, a margine del convegno, è stata condivisa anche da Dario Focarelli, attuale direttore dell’ANIA, l’associazione che riunisce tutte le compagnie operanti in Italia, non solo quelle afferenti al settore rc auto e moto, ma anche quelle che propongono polizze sulla persone come quelle sulla vita, la salute e i viaggi.



Ebbene, secondo Focarelli negli ultimi anni (ed ovviamente ancora di più a partire dal 2016 quando entreranno in vigore i nuovi standard di Solvency II) le compagnie hanno preso a riorganizzare in maniera sistematica il loro approccio alla gestione, valutazione e preventivazione del rischio, utilizzando dati e metodi nuovi rispetto al passato; questo mettere in discussione processi industriali che erano radicati nelle compagnie da decenni ha portato e porterà sempre più in futuro ad una ottimizzazione dei prezzi esposti e più in generale ad un nuovo rapporto tra assicurazione ed assicurato.



E che si stia andando nella giusta direzione lo confermano i dati che parlano addirittura di una crescita della raccolta assicurativa in anni di forte contrazione economica come quelli che stiamo vivendo; un esempio tra tutti è il boom delle polizze vita aumentate del 30% nel 2014 con una raccolta complessiva di 110 miliardi di euro.



Ma quali sono le cause di questo boom? Come detto è cambiato in maniera complessiva il rapporto tra compagnie ed assicurati. A questo cambio di passo hanno certamente contribuito le nuove “fonti” attraverso cui gli utenti raccolgono le informazioni su polizze, costi e condizioni; primi fra tutti i comparatori online, vero e proprio fenomeno collettivo di questi anni, capaci, come si può vedere in questa pagina, di fornire informazioni dettagliate su tutte le principali tipologie di assicurazioni oggi disponibili e di paragonare in maniera veloce ed analitica i prezzi, le garanzie e le coperture offerte da ogni polizza, arrivando così velocemente a determinare quella più adatta alle proprie esigenze.



Un altro fattore che ha contribuito a questo inatteso boom delle assicurazioni sulla vita è quello legato alla redditività di tali prodotti; complice l’assestamento dei conti pubblici e l’opera di supporto della BCE, i titoli di Stato italiani hanno ormai raggiunto livelli di rendimento bassissimi. Ecco quindi che chi risparmia e vuole investire su canali sicuri e garantiti preferisce sempre più spesso puntare su assicurazioni di lungo periodo, come quelle sulla vita, per garantirsi un rendimento solido e non soggetto alle variazioni della borsa e dell’economia, potendo peraltro usufruire di alcune detrazioni fiscali (di circa il 20%) specifiche ed esclusive dei prodotti assicurativi.


Rita Agostinelli