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Rendiconto Regione 2018, il Movimento 5 Stelle Marche: «Non si è fatto ciò che era previsto e i debiti preoccupano»

Sanità, lavoro, ambiente, personale e società partecipate. Sono i grandi capitoli di bilancio su cui il Movimento 5 Stelle Marche ha acceso i riflettori, in occasione della discussione odierna sul Rendiconto generale 2018 della Regione in Assemblea Legislativa.

«Le politiche del lavoro – osserva il capogruppo Gianni Maggi - non mi sembra abbiano funzionato granché, dato che ben 6 milioni e mezzo di euro non sono stati impegnati, vale a dire più della metà di quanto era stato stanziato sulla formazione professionale. Non va meglio sulla difesa del suolo, nella manutenzione idraulica dei bacini idrici e forestale, nella difesa della costa e degli arenili, nello sgombero degli alvei per prevenire i dissesti locali e i danni delle alluvioni. Per far fronte a tutte queste attività di prevenzione e manutenzione, sono stati spesi molto meno della metà degli oltre 19 milioni stanziati. Per la qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento, è stato impegnato 1/3 di quanto preventivato, mentre è andato un po' meglio, si fa per dire, per il servizio idrico integrato dove sono state impegnate il 40% delle risorse stanziate. Tutti interventi programmati e non realizzati per la difesa del suolo e della costa. Parliamo di soldi pubblici, dei cittadini, per una vita in un ambiente pulito, sano e decoroso, per fare una visita medica in tempi ragionevoli e umani, per trovare o mantenere un lavoro dignitoso, per aiutare i più deboli e fragili. Essi indicano appunto il rispetto dell'applicazione di una volontà politica dichiarata, cioè quanto si sarebbe dovuto fare e quanto si è stati capaci di fare».

«Relativamente alla salute dei cittadini – sottolinea il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri -, i dati riportati evidenziano che non siamo più tra le migliori regioni in campo sanitario. Siamo saliti all’ottavo posto per spese legali da contenzioso e siamo scesi al tredicesimo posto per performance sanitaria. Il saldo della mobilità sanitaria è negativo per 72 milioni, con un aumento di 10 milioni rispetto al 2017 (+27 ml di mobilità passiva a fronte di +18 ml di attiva). Anche il tetto per la spesa farmaceutica per acquisti diretti è stato infranto: spesi 86 milioni in più del limite, e non viene colpevolmente applicata la legge sul riutilizzo dei farmaci non assunti dai pazienti, che potrebbe generare risparmi di oltre 10 milioni annui. Inoltre, vi è l’allarme lanciato dalla Corte dei Conti sui tagli operati a carico delle coperture dei rischi e dei premi assicurativi per circa 34 milioni, esponendo a maggiori rischi strutture e personale sanitario. Molto preoccupante il capitolo sulle partecipate, il cui passivo complessivo ci costa circa 26 milioni di euro. Le situazioni di Svim, Interporto e Aerdorica sono emblematiche a proposito. Infine, il personale dipendente, arrivato a 1.923 unità nel 2018 grazie all'ingresso di 501 lavoratori provenienti dalle Province. Nel 2015 erano 1157 i dipendenti. Perciò ci aspettiamo che l’operatività degli uffici esploda, aumentandone l’efficacia a dismisura».

La maggioranza dell'Assemblea Legislativa ha approvato il rendiconto generale del 2018. Contrario il Movimento 5 Stelle Marche. Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


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