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Bora: "Creare le competenze per l'Impresa 4.0 del futuro". Avviato il percorso virtuoso delle politiche regionali

Sul fronte dell’impresa 4.0, le aziende marchigiane sono molto avanti nell’adozione delle tecnologie intelligenti (quasi l’89% del campione è in possesso di sistemi informatici), ma indietro sul fronte della maturità digitale (il dato medio è 2.8 su una scala di 6), cioè sulla capacità di trasformare il supporto della tecnologia in opportunità e occasioni di business.

È quanto emerge dalla ricerca della Fondazione Brodolini, che si occupa di valutazione e diffusione di politiche a tutti i livelli di governo. Significa, in pratica, che la maggior parte delle risorse previste dal ‘Piano Calenda’ sono state utilizzate per rinnovare i macchinari e decisamente meno per ricerca e sviluppo in termini di prodotti, per la creazione di filiere intelligenti in grado di coinvolgere i subfornitori, in marketing.

“La digitalizzazione globale non la si ottiene in un colpo solo – ha spiegato Manuela Bora, assessora alle Attività produttive della Regione Marche -, ma attraverso un processo graduale che parte dal cuore della fabbrica e si estende man mano dentro e fuori l’azienda”. Un processo sostenuto da una strategia regionale molto chiara: “Dall’ascolto delle imprese (l’89% del campione era costituito da aziende con meno di 50 addetti, ndr.) – ha sottolineato il professor Andrea Bonaccorsi –, le strategie e i bandi della Regione Marche hanno ottenuto un gradimento di 7.6 su una scala di 10: si tratta di un valore assolutamente positivo e migliore di quello registrato da altre analisi simili”.

Lo studio della Fondazione Brodolini, che è partito con una campagna di ascolto degli imprenditori e dei principali stakeholder economici delle Marche, ha evidenziato anche due punti strategici per le nuove politiche regionali: la formazione e la messa in rete delle conoscenze. “Le competenze sono un punto vitale e un collo di bottiglia dopo che le aziende si sono dotate di macchinari 4.0 – ha evidenziato Bonaccorsi -: il mercato non chiede solo laureati, ma anche diplomati evoluti che oggi si fatica a individuare”. Una richiesta di figure professionali che passa attraverso una rivalutazione degli istituti tecnici, “scuole devono preparare i giovani ad entrare in fabbriche più sofisticate e dove la qualità del lavoro è alta”.

C’è poi la necessità di mettere a sistema le competenze disseminate sul territorio, anche perché gli imprenditori vogliono vedere gli effetti concreti dei loro investimenti nell’impresa 4.0: “La legge regionale (nr. 25 del 2018) – ha spiegato Bora - interviene promuovendo e sviluppando infrastrutture territoriali fondamentali ai fini del successo di questo processo di trasformazione, quali i digital Innovation Hub, i FabLab e le Accademy aziendali”.

C’è un’altra priorità che sta a cuore all’assessora: unire le nuove forme di impresa 4.0 con l’economia circolare. “In particolare, ci poniamo l’obiettivo di abbandonare il concetto lineare di ‘produrre, consumare e scartare’ per incentivare il concetto circolare di ‘ridurre, riusare e riciclare’, promuovendo una sinergia tra la ricerca e l’innovazione legate alle ICT e alle KET e l’applicazione trasversale dei metodi e degli strumenti dell’economia circolare”, ha concluso Bora.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


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