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Crisi Merloni: Ceriscioli scrive al Ministro Patuanelli

Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli ha prospettato in una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, la grave situazione in cui si trova la A. Merloni S.p.A. e le preoccupazioni sia in termini occupazionali sia per le ripercussioni sulla tenuta del tessuto sociale ed economico dei territori di due regioni: Marche e Umbria.

Il messaggio , infatti, è stato condiviso nella stessa lettera a firma congiunta, con la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei. I due Presidenti hanno evidenziato al Ministro la necessità di un ”incontro che consenta al Ministero dello Sviluppo Economico ed alle Regioni di acquisire tutte le informazioni necessarie affinché, nel rispetto della procedura concordataria e tenendo conto della strumentazione esistente, sia possibile avviare un percorso in grado di dare positiva soluzione alla vicenda.”

Nella stessa lettera è stato premesso che la crisi della A. Merloni S.p.A “ rappresenta da alcuni anni una della crisi industriali più rilevanti in Italia, sia in termini occupazionali, sia per le drammatiche ricadute che ha determinato e rischia ulteriormente di determinare sul tessuto economico e sociale di un ampio territorio ricompreso fra l’Umbria e le Marche. Il quadro di riferimento territoriale di particolare complessità ha reso necessario intervenire con uno strumento quale l’Accordo di Programma, con il quale si è definita una articolata manovra di intervento e la sua regolamentazione, attraverso l’individuazione ed il coordinamento degli strumenti e delle risorse nazionali e regionali disponibili.

La chiusura della Amministrazione Straordinaria, con l’acquisizione nel 2012 da parte della J.P. S.p.A. e le vicende che si sono successivamente determinate, non solo non hanno garantito il rilancio produttivo dell’azienda, ma hanno portato nel Luglio 2019 alla richiesta, da parte della stessa, dell’attivazione della procedura di concordato in bianco. Recenti notizie apparse sui media hanno rappresentato gli esiti di un confronto intervenuto tra organizzazioni sindacali ed azienda in cui quest’ultima avrebbe esposto i contenuti del piano concordatario e della connessa ristrutturazione industriale con una preoccupante e consistente riduzione dei livelli occupazionali. Tutto ciò ha immediatamente prodotto grave allarme sociale ed apprensione nelle comunità locali, nella consapevolezza che ciò comporterebbe oltre ad inaccettabili sacrifici occupazionali anche un indebolimento irreparabile dell’apparato produttivo nelle nostre regioni.”Puoi commentare l'articolo su Vivere Fabriano


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