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Fermo: CNA e la rabbia degli autotrasportatori espressa da Emiliano Tomassini

Il maxi decreto varato ieri mette in campo 25 miliardi di euro, utili al potenziamento della sanità pubblica e a tamponare le ripercussioni della crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria

Il maxi decreto varato ieri mette in campo 25 miliardi di euro, utili al potenziamento della sanità pubblica e a tamponare le ripercussioni della crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria. Per il Presidente CNA Fermo Paolo Silenzi si tratta solo del primo passo: “Bene l’estensione della cassa integrazione in deroga e ammortizzatori sociali per tutti, ma esprimiamo forte contrarietà sul resto dei provvedimenti: per le partite iva i 600 euro una tantum sono utili ma non decisivi e per le imprese parliamo di semplici differimenti delle scadenze di pagamento. Come si può pensare di rialzare la testa quando saremo finalmente fuori dall’emergenza? Le risorse – prosegue Silenzi – seppure importanti e vitali per sanità e protezione civile, non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese, ci vogliono interventi adeguati alla drammatica gravità della situazione.”.

Risorse sproporzionate, insomma, rispetto all’enormità dei danni provocati dall’emergenza, destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione. Drammatica è la condizione del settore autotrasporto: “Il 12 marzo, in piena emergenza – annuncia il portavoce degli autotrasportatori della CNA di Fermo, Emiliano Tomassini – sono ulteriormente cambiate le modalità di richiesta di recupero delle accise sul gasolio. Nell’introdurre novità per la compilazione delle domande di rimborso del primo trimestre si aggiunge burocrazia a burocrazia. Ci sono in ballo recuperi di accise per almeno 30 mila euro a trimestre, e parliamo solo delle piccole e medie aziende, risorse con cui le imprese del settore, in sostanza, fanno il bilancio. E’ inammissibile introdurre nuove norme sulle spalle degli imprenditori di un settore che lotta e lavora per la sopravvivenza dell’Italia”. La categoria territoriale, insieme ai livelli regionale e nazionale della CNA Fita, ha chiesto in queste ore il rinvio delle nuove modalità almeno al prossimo trimestre successivo, se non a periodi di maggiore calma.

Intanto il comparto moda si muove, sia per la necessità di lavorare che per fornire risposte all’emergenza nell’emergenza: quella della mancanza delle mascherine. “CNA Fermo – dice il Direttore e Responsabile Federmoda per Macerata e Fermo Alessandro Migliore - è a disposizione per formare un elenco di imprese che possono fornire materiale o collaborare nella produzione di mascherine o altri dispositivi di protezione individuale. Verificheremo la presenza delle condizioni stabilite dall’ultimo DPCM del 16 marzo e la possibilità di stabilire relazioni tra imprese per contribuire a raggiungere i risultati auspicati”.Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


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