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Pesaro: ----------------

Il 2 agosto ricorrono i 40 anni dalla Strage di Bologna, a dicembre si è ricordato l’anniversario della strage di Piazza Fontana, i due più cruenti fatti terroristici dal Dopoguerra a oggi, che hanno marchiato perennemente la storia del nostro Paese.

Occorre dire che stragi di questo tipo in Italia – basti pensare alla strage di Ustica che precede solo di alcune settimane quella bolognese - sono state tredici e le vittime ammontano a 177 con oltre mille feriti.

Ricordare è doloroso, ma necessario, poiché ancora oggi la verità sulla strage della Stazione di Bologna non è completa e mancano tasselli fondamentali coperti dal segreto di Stato che impediscono di chiudere uno dei capitoli più tristi della nostra storia contemporanea. Il Presidente Mattarella ha affermato “C'è l'esigenza di piena verità, l'esigenza di giustizia, di verità completa perseguita con meritoria ostinazione dall'azione giudiziaria, dall'associazione dei familiari delle vittime, contro ogni tentativo di depistaggio e occultamento. E questo richiede che si faccia di tutto, con un impegno completo e senza riserve, perché la verità venga fatta in pieno” così come viene chiesto da 40 anni dall’associazione delle vittime. La memoria ci fa provare l’insostenibile ingiustizia della mancanza di verità, una ingiustizia acre, perché testimonianza di delusioni, di ritardi, di opacità spesso senza volto e senza nome, di promesse non mantenute, di mandanti protetti dall’ombra di quelle che sono vere e proprie complicità.

È proprio con l’intento di riportare dignità alle vittime innocenti di stragi terroristiche che oggi vogliamo ricordare il 2 agosto 1980 con la speranza e l’augurio che al più presto i reali mandanti della strage possano essere definitivamente individuati e che subiscano l’azione della giustizia.

Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, alla stazione centrale di Bologna esplose una bomba, collocata da terroristi dei NAR, che causò 85 morti e 200 feriti. La strage causò a molte persone menomazioni perenni, ferite e traumi che ancora oggi necessitano di cure. A tutt’oggi, ai reduci della strage di Bologna, è rimasta dentro l’angoscia di quel momento che emerge in situazioni di vita quotidiana banali, come il rumore per l’apertura di un barattolo di bibita, l’attesa del treno, la vista di una stazione, una strada affollata, le sirene dei mezzi di soccorso, lo scoppio dei fuochi d’artificio. Attimi che hanno preceduto e seguito lo scoppio della bomba e che rimangono nella memoria lasciando segni indelebili. Per tutelare l’affermazione della verità, si è costituita l’Associazione 2 agosto 1980 e da quel momento hanno condotto una battaglia incessante per ottenere giustizia. Nel 1984, in concomitanza della proposta di legge di iniziativa popolare per "L’Abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo" hanno promosso la costituzione dell’Unione vittime per Stragi, che comprendeva allora l’Associazione delle vittime di Piazza Fontana di Milano, l’Associazione dei caduti di Piazza della Loggia di Brescia, l’Associazione delle vittime del Treno Italicus di Firenze e nel tempo si sono aggiunte le associazioni costituitesi dopo le altre stragi che hanno insanguinato il nostro Paese.

Le indagini per la strage bolognese si indirizzarono quasi subito sulla pista neofascista, ma solo dopo un lungo iter giudiziario e numerosi depistaggi, per cui furono condannati Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza, la sentenza finale del 1995 condannò Valerio Fioravanti e Francesca Mambro come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l'attentato di Bologna e per aver fatto parte del gruppo che sicuramente quell'atto aveva organizzato, mentre nel 2007 si aggiunse anche la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca dei fatti e, nel 2020, quella di Gilberto Cavallini. Ancora oggi i veri mandanti di tale strage risultano senza un nome e cognome.

È importante ricordare che dopo l’esplosione della Stazione di Bologna fu immediatamente possibile contare sulla solidarietà e sulla compostezza della città. La tempestività dei soccorsi salvò sicuramente molte vite umane. In quel frangente vi furono molte persone che in vari campi si distinsero per iniziative che portarono aiuto ai feriti; dal fornire alimenti o vestiti ai superstiti, alla riparazione di oggetti, all’ospitalità ecc.; vi fu una gara eccezionale per alleviare il disagio e la sofferenza che l’evento aveva determinato, il Comune di Bologna attivò un fondo dedicato alle vittime e ai familiari: una prova di solidarietà e collaborazione encomiabile, che deve fare riflettere.

Il dolore può unire, liberare energie di solidarietà, di ricerca di giustizia e di fraternità, ed è in questa prospettiva che il Consiglio Comunale di Pesaro si esprime in cordoglio alle vittime, non solo del 2 agosto ma di tutte le stragi di impronta terroristica.

Si chiede giustizia per tutte le vittime e l’impegno affinché la verità sia al più presto resa nota e che i colpevoli paghino attraverso gli strumenti dell’iter giudiziario. Nei prossimi Consigli Comunali verrà proposto che la giornata del 9 maggio sia dedicata, come in tante città d’Italia, al ricordo di ogni vittima di strage terroristica, consci che solo la memoria e il racconto possano essere la strada da percorrere per un mondo libero e giusto. È importante diffondere la conoscenza e fare in modo che in particolare le giovani generazioni facciano tesoro di quelle tragiche esperienze, non si deve permettere che il futuro venga ipotecato dalle azioni terroristiche, dalle parole di odio, dall’uso della violenza e ancora di più da revisionismi storici menzogneri e manipolatori.Puoi commentare l'articolo su Vivere Pesaro


Camilla Murgia Una città in Comune