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Fermo: La Nocetta. I bovini di razza marchigiana. E il sogno del dr Laureti

La collina è morbida. Il luogo suggestivo: un buon posto per allevare bovini di razza marchigiana.
La famosa razza marchigiana! Stanno bene gli animali, stanno bene le persone che hanno dato vita nove anni fa a “La Nocetta Azienda agricola naturale”. Siamo sulla strada che da Curetta porta a Santa Vittoria in Matenano. La località è Contrada Poggio, 31. Tommaso Laureti era medico, ecografista a Fermo. Amante della montagna, della natura e della campagna, aveva desiderato creare un'oasi di pace la dove il suocero Costantino Squarcia aveva un terreno ed un appostamento di caccia.

Insieme a sua moglie Elvira, di professione avvocato, il dottore s'era buttato nell'impresa agricola, «non per soldi – dice la figlia Annarosa, praticante giornalista a Milano – ma come un rifugio, spazio per recuperare tranquillità» e amore, ancora una volta, per l'ambiente e le sue creature. Il dr Tommaso non c'è più, è morto ad ottobre scorso, ma l'azienda continua, anche nel suo nome e nelle sue volontà. Oggi ci sono Elvira, le figlie Annarosa e sua sorella Maria Cristina, e poi i cugini Silvia e Stefano. I giovani hanno altre professioni ma una mano non la fanno mancare. Il sig. Dario è il collaboratore di sempre. 30 capi di bestiame oggi allevati allo stato semi-brado. Non ci sono stalle in Contrada Poggio. Ci sono coperture per le vacche gravide e per i vitellini appena nati. Poi, si va all'esterno, negli ampi recinti, in totale libertà. Bello vedere queste grandi mucche bianchissime la cui carne è superiore. E bello guardare il possente Vito, il toro.

Quasi ogni mese si procede alla macellazione a Sarnano e alla confezione dei pacchi per i clienti. Pacchi portati a destinazione: da San Benedetto del Tronto a Fermo, da Santa Vittoria al circondario di alta collina.

Anche il dr Tommaso, insieme a Dario, pensava alle consegne, un modo per intessere rapporti umani.

Le prenotazioni le prende e le smista la signora Elvira. Anche Annarosa appunta le richieste ma, da buona comunicatrice, pensa soprattutto ai social, ai messaggi e alle foto da postare. Che sono veramente godibili e colgono gli animali in una sorta di beatitudine georgica.

Venti gli ettari di terreno a disposizione, la gran parte per il pascolo, il resto per ottenere foraggio.

Ci sono anche alcune piante di olio: «oliva ascolana – spiega Annarosa – che però servono quasi esclusivamente per l'uso casalingo».

Il dr Laureti iniziò con soli cinque capi. Ma volle che fosse proprio la razza marchigiana a popolare la sua azienda. In primo luogo perché specifica di queste terre, quindi perché troppo dimenticata per decenni, infine per l'adattabilità al pascolo in zone collinari e montuose.

Il terremoto del 2016 ha fatto danni anche a La Nocetta. L'originaria copertura della stalla è crollata. Ma poco tempo dopo è stata ripristinata più adeguata ed efficace di prima.

«Ci fa piacere continuare l'opera di nostro padre» ammette Annarosa, «lui ci teneva tanto e desiderava ritirarsi in questi luoghi una volta andato in pensione». Non ce l'ha fatta. Ma l'opera continua. Nel suo nome e nella passione condivisa nei confronti della terra e della natura, nel senso più ampio. Buon lavoro!

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Adolfo Leoni